Incomprensioni tra KTM e Aprilia sul congelamento dei motori. Alla casa austriaca non va giù la richiesta di proseguire con lo sviluppo del propulsore della casa di Noale.
Proseguono le trattative tra Dorna, MSMA e costruttori per ridurre i costi in seguito all’emergenza Covid-19. Cinque dei sei produttori di MotoGP si impegnano nel congelare il motore di marzo 2020 per due anni. Solo Aprilia, come riporta Speedweek.com, richiede una proroga.
Tra le ultime soluzioni quella di diminuire il numero di motori consentiti da sette (Honda, Yamaha, Ducati e Suzuki) a cinque per il resto della stagione. I team che beneficiano delle concessioni, KTM e Aprilia, potranno utilizzarne sei anziché nove motori. Questi ultimi ricevono ulteriori concessioni in modo da permettere loro di recuperare il gap tecnico dagli altri team, ad esempio un numero di test illimitato nel corso dell’anno. Inoltre per loro lo sviluppo del motore non è stato congelato dall’inizio della stagione.
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La diatriba sul motore
La diatriba va ancora avanti. “C’è ancora una discussione abbastanza forte, che non è ancora finita”, ha detto il direttore di KTM Motorsport Pit Beirer. “Perché cinque dei sei produttori hanno compreso il nostro accordo in modo tale che tutti i produttori congelino la tecnologia MotoGP allo stato del test in Qatar e i motori rimarranno su questa versione anche per la prossima stagione”. Ma Aprilia non vuole omologare il motore per il 2020 fino a quando non ci sarà la prima gara in estate, trattandosi di un progetto totalmente nuovo. “Ciò significherebbe altri cinque mesi di sviluppo e tempi di prova per questo produttore”.
Una agevolazione che a KTM non va giù. “Abbiamo concordato che congeleremo lo stato tecnico dei motori con la versione del test in Qatar 2020”, spiega Pit Beirer. “In questo momento di crisi, abbiamo voluto dare un valore speciale ed enorme al materiale che abbiamo prodotto per il GP del Qatar di marzo scorso. Non siamo assolutamente d’accordo. Poiché questa regola è ora interpretata in modo diverso da un produttore… Ci sono abbastanza campi di sviluppo da affrontare. Ma c’era una grande comprensione, almeno tra cinque produttori, che il materiale sviluppato per il Qatar 2020 doveva rimanere invariato”.