Alvaro Bautista è convinto della bontà della sua scelta di trasferirsi in Honda, dopo un debutto in Superbike nel complesso positivo con Ducati.
Alvaro Bautista ha fallito l’assalto al titolo Superbike con Ducati nel 2019, ma vuole vincere con Honda. L’inizio in Australia non è stato lo stesso di un anno fa, quando dominò tutte le manche, ma lui ha fiducia per il futuro.
Intervistato da DAZN, il pilota HRC è tornato a parlare della sua esperienza nel team Aruba Racing: «L’inizio è stato sorprendente quanto il finale. Non me lo aspettavo. Alla fine le circostanze, la mancanza di esperienza, la troppa voglia di migliorare, di provare… A metà anno avevamo idee per progredire, ma ci siamo un po’ persi. Comunque è stata una buona esperienza, mi ha permesso di tornare a godermi una moto e mi sono sentito nuovamente importante in un campionato».
Bautista e Ducati avevano iniziato così bene che era difficile pensare a un divorzio. Invece, è quello che è successo e Honda se lo è assicurato: «Quando ho firmato per Honda – spiega – sapevo che stavano facendo una moto per vincere. Quando HRC ti dice che vuole vincere, devi fidarti. Quando mi hanno offerto l’opportunità, la moto neppure esisteva».
Alvaro ha sposato il progetto Superbike della casa di Tokio fidandosi ciecamente, convinto di poter avere successo: «Abbiamo parlato la prima volta dopo la gara di Laguna Seca e poi a Portimao avevo già preso la decisione di andare in Honda. Il progetto mi è piaciuto molto, loro vogliono davvero vincere e questo mi fa stare tranquillo ed essere fiducioso».
Nel primo round a Phillip Island due sesti posti che commenta così: «Non mi aspettavo nulla, dato che il progetto è super nuovo. C’è tanto lavoro da fare e forse mi attendevo di essere più lontano dalla vetta. Ero a pochi secondi dal podio, quindi significa che siamo vicini a poter lottare per le prime posizioni e per le vittorie».
Non manca poi di sottolineare le differenze tra la Ducati Panigale V4 R e la Honda CBR1000RR-R Fireblade: «Ho notato molta differenza con il motore quattro in linea. In MotoGP ho sempre avuto motori V4, e questo è quattro in linea ed è molto diverso. Non dico che è più facile o più difficile, ma è differente. Ecco perché Haslam ha preso prima il ritmo, ci è abituato. Se gli dai un V4 gli serve più tempo. Io lo sto capendo poco a poco».
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