Il budget cap in Formula 1 sta convincendo la Ferrari a impegnarsi anche in altre categorie: la 24 Ore di Le Mans o la 500 Miglia di Indianapolis?
Lo ha detto con chiarezza il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, qualche settimana fa ai microfoni del quotidiano inglese Guardian: se passa la versione più severa del tetto ai budget, quella che fissa il limite annuale a 145 milioni di dollari, la Scuderia sarà costretta a guardarsi intorno.
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Non a ritirarsi dalla Formula 1, si è poi affrettato a chiarire, ma a cercare sbocchi in altri campionati che le permettano di ricollocare quei dipendenti del suo reparto corse (circa un centinaio sugli attuali 1500 totali) che dovranno essere tagliati per rientrare nel famigerato cap. E, dunque, dove si butterà il Cavallino rampante?
Ferrari: 24 Ore di Le Mans o 500 Miglia di Indianapolis?
Una delle possibilità è un rientro con la squadra ufficiale alla 24 Ore di Le Mans, dove la Rossa vanta già un palmares di tutto rispetto (nove successi assoluti, 27 di classe). Oltretutto, il Mondiale endurance Wec, di cui la storica maratona della Sarthe fa parte integrante, si sta preparando alla rivoluzione delle hypercar, che prevede l’introduzione dei motori ibridi e, anch’essa, un tetto ai budget (in questo caso di 20 milioni di euro e 40 persone di staff). Insomma, ributtarsi sulle gare di durata costerebbe poco a Maranello.
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L’altra alternativa sarebbe quella degli Stati Uniti, con la IndyCar Series, di cui fa parte un’altra gara leggendaria, la 500 Miglia di Indianapolis. Il regolamento americano, sempre per contenere le spese, prevede un fornitore unico di telai (fino al 2022 sarà la nostra Dallara), ma la Ferrari potrebbe rientrare come motorista, lanciando la sfida agli attuali Honda e Chevrolet. Sarebbe dunque un impegno più complicato, ma forse proprio per questo anche più affascinante.
La speranza di Mario Andretti
“Avere la Ferrari sarebbe incredibile”, commenta l’ormai 80enne ex campione del mondo di Formula 1 ed ex ferrarista Mario Andretti, icona delle corse oltre Atlantico, alla Gazzetta dello Sport. “Farebbe crescere l’interesse per la categoria, ma c’è l’ostacolo dei regolamenti. Suggerisco a Binotto di venire e proporre un’idea a Roger Penske”, ovvero all’attuale proprietario del campionato e dello storico catino di Indianapolis.
Non sarebbe del resto il primo tentativo di una Rossa nelle gare statunitensi. Quando la Indy 500 faceva parte del Mondiale di Formula 1, negli anni ’50, la Ferrari cercò l’assalto con Ascari e Farina, ma senza successo. Poi, negli anni ’70, il Drake cullò il sogno di riprovarci: “Ricordo quando Enzo Ferrari e il direttore tecnico Forghieri mi presentarono il disegno di una Formula Indy nel 1971”, prosegue ancora Andretti. “Avevano anche tratteggiato il pilota che aveva il mio… naso. Poi, mi dissero, era intervenuto Gianni Agnelli in persona a bloccare il progetto, voleva che la Ferrari si concentrasse sulla F1”. Mezzo secolo dopo, è arrivato il momento di avverare questo sogno?