Ha grandi motivazioni Sandro Cortese nel team Pedercini Racing per il campionato mondiale Superbike 2020. Vuole fare risultati importanti sulla Kawasaki.
Sandro Cortese ha trovato una sistemazione nel Mondiale Superbike 2020 praticamente all’ultimo, così come quasi al fotofinish il suo team è riuscito a partecipare al campionato.
Il pilota tedesco è riuscito a trovare un accordo con la squadra Pedercini Racing e ha debuttato in Australia, dove è andato a punti in tutte le manche. Un totale di 10 punti per iniziare la stagione, avendo alle spalle un solo test con la Kawasaki ZX-10RR. Lo stop della stagione a causa del coronavirus ha bloccato anche il suo apprendimento sulla nuova moto e ora è sicuramente impaziente di tornare in sella.
Superbike 2020, Cortese soddisfatto nel team Pedercini Racing
Cortese al sito ufficiale WorldSBK ha raccontato quanto sia stato difficile l’inizio del 2020 per lui: «Ho trovato una moto due settimane prima dell’inizio del campionato. Sono volato in Australia senza conoscere nessuno della squadra e senza aver mai guidato la Kawasaki. Ho disputato solo poche ore di test prima di gareggiare a Phillip Island. Credo sia stato uno dei momenti più complicati che ho vissuto».
Il campione mondiale Supersport 2018 ha avuto un inverno travagliato anche a causa di problemi fisici, visto che aveva subito un intervento a una spalla. Per due mesi non ha potuto fare nulla e un altro mese è andato via in riabilitazione. Tre mesi senza moto dopo la fine della scorsa stagione. Riprendere non è stato semplice.
Cortese è felice di aver trovato un accordo con il team Pedercini Racing per correre ancora nel Mondiale Superbike: «Credo nella squadra e penso che la Kawasaki abbia un potenziale molto grande. Un peccato aver iniziato così tardi. Ci servirà qualche altro test per capire davvero la Kawasaki. Così potremo mostrare il vero potenziale della moto e cosa potremo fare insieme».
Il pilota tedesco ha spiegato le differenze tra la Kawasaki ZX-10RR e la Yamaha R1 che guidava nel team GRT nel 2019: «A livello di motore sono abbastanza simili. Sono molto fluide quando si apre il gas, non senti aggressività nell’erogazione della potenza. La grande differenza è il telaio. Ho dovuto cambiare molto il mio stile di guida passando da Yamaha a Kawasaki. Prima dovevo essere scorrevole e prendere velocità in curva, adesso devo frenare molto forte ed essere lento in centro-curva per poi accelerare forte in uscita».