Ci sono tanti motivi per cui il passaggio di Sebastian Vettel alla Mercedes sarebbe un bel colpo, ma anche almeno altrettante ragioni per non farlo
Ci sono diversi buoni motivi, ma almeno altrettanti ostacoli, per realizzare lo scenario che solletica gran parte dei tifosi e perfino degli osservatori della Formula 1: il passaggio di Sebastian Vettel alla grande rivale Mercedes, dopo aver lasciato la Ferrari, dal 2021.
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Proviamo dunque a metterli tutti in fila, nel tentativo di soppesare le reali possibilità che vada in porto il movimento di mercato piloti in questo momento più discusso, tanto sui giornali quanto tra gli addetti ai lavori del campionato del mondo a quattro ruote.
Per Sebastian Vettel, le buone ragioni per passare alla Mercedes non mancano di certo: si ritroverebbe a guidare la vettura più veloce e desiderata della griglia di partenza, quella che ha tentato invano di inseguire nelle ultime stagioni, non sempre per colpa sua. Dopo questo divorzio un po’ brusco da Maranello, accasarsi alla squadra avversaria e magari togliersi qualche soddisfazione sul fronte dei risultati rappresenterebbe indubbiamente una bella rivincita, personale e sportiva.
Ma anche per la Casa di Stoccarda ci sarebbe almeno un ottimo motivo per scegliere Vettel, quello che ha candidamente ammesso lo stesso Toto Wolff in una delle sue ultime interviste: “Il marketing”. Già, perché veder vincere un marchio tedesco è un conto, ma farlo con un pilota tedesco al volante (come non è più accaduto dopo Nico Rosberg) sarebbe tutta un’altra cosa. Non dimentichiamo che Vettel è l’ultimo rappresentante rimasto in F1 della Germania, nazione di riferimento mondiale per il mercato dell’automobile, e in patria è tuttora più amato e popolare della stessa Freccia d’argento. Quando c’è di mezzo il marketing, si sa, tutto diventa davvero possibile.
Ma anche se la Mercedes volesse veramente rischiare la carta Vettel, prima di giungere alla firma si prospetterebbe una trattativa molto tortuosa. In primis, perché dal nuovo presidente del gruppo Daimler, Ola Kallenius, è arrivato l’ordine di ridurre i costi del team di Formula 1, in questo momento di crisi, e dunque sobbarcarsi il pesante ingaggio di un campione che alla Ferrari percepiva 36 milioni all’anno non sarebbe certo uno scherzo.
Così come non lo sarebbe la convivenza con Lewis Hamilton, che dopo aver incrociato le lame con Rosberg ha preteso da allora un compagno di squadra poco ingombrante come Valtteri Bottas, e tutto fa pensare che continuerà ad inserire questa clausola anche nel contratto che si appresta a rinnovare oltre la fine di questa stagione. Infine, anche nel caso in cui Bottas lasciasse effettivamente il suo posto di seconda guida, il team campione del mondo avrebbe comunque l’imbarazzo della scelta per sostituirlo con uno dei giovani del suo vivaio, da valorizzare e soprattutto poco esosi, come George Russell, attualmente in prestito alla Williams, ed Esteban Ocon, girato alla Renault.
Insomma, alla luce di questi oggettivi ostacoli sono in molti a ritenere che l’apertura a microfoni accesi fatta da Wolff all’ipotesi Vettel non sia altro che un messaggio velato ad Hamilton: per la serie, sbrigati a firmare questo benedetto nuovo contratto, altrimenti abbiamo già pronto un eventuale piano B…
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