Oggi, tre anni fa, Nicky Hayden ci salutava per sempre dopo aver lottato per 5 lunghi giorni all’Ospedale Bufalini di Cesena.
Tre anni fa ci salutava per sempre Nicky Hayden lasciando un vuoto incolmabile nei paddock di MotoGP e SBK. La morte era sopraggiunta dopo un incidente avvenuto il 17 maggio sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto.
Nicky aveva mosso i primi passi nel mondo del professionismo motociclistico nel campionato AMA Supersport. Dopo un paio di apparizioni come wild card nel 2002 in SBK nel 2003 fece il proprio esordio in MotoGP con la Honda ottenendo due podi. Soprannominato Kentucky Kid iniziò sin da subito a mostrare di essere un pilota di grande sostanza.
Nel 2006 arrivò per lui la consacrazione. Hayden, infatti, riuscì a rompere l’egemonia di Valentino Rossi che durava ormai da 5 anni vincendo il titolo con all’attivo solo due successi. Dopo un’esperienza in Ducati e il ritorno in Honda nel 2016 decise di trasferirsi in SBK.
Con le derivate di serie, nonostante la Honda non gli avesse messo a disposizione una moto proprio di livello riuscì comunque a fare un campionato dignitoso chiudendo al 5° posto nella classifica iridata e vincendo una gara. La prematura dipartita gli fece lasciare a metà la stagione 2017.
Nicky ci ha lasciati all’età di 35 anni e il suo numero, il #69 è oggi una vera e propria icona per tutti i piloti americani. Alcuni suoi colleghi spesso lo omaggiano con piccoli adesivi su moto o caschi con il suo numero. Hayden è stato un pilota molto amato e il grande pubblico non l’ha mai dimenticato in questi anni. Ovunque nel mondo, infatti, si vedono sugli spalti striscioni dedicati a lui. A noi personalmente ci sembra ancora di scorgerlo da lontano a Laguna Seca mentre sparisce sulla collinetta del cavatappi per poi riapparire un attimo dopo. Ciao Nicky, ci manchi.
Antonio Russo
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