Il 25enne americano Chase Briscoe ha scoperto martedì l’aborto spontaneo di sua moglie Marissa. Due giorni dopo, in lacrime, ha vinto la sua gara di Nascar
Una settimana che Chase Briscoe non dimenticherà mai: nel dolore, ma un po’ anche nella gioia. Il 25enne americano è uno dei piloti tornati a correre in coincidenza con la ripresa del campionato di Nascar dopo la pandemia di coronavirus. E si trovava proprio in circuito, sull’ovale di Darlington, in Sud Carolina, pronto a mettersi al volante, mentre a 150 km di distanza sua moglie Marissa si sottoponeva ad una visita di controllo per la sua gravidanza, ormai di dodici settimane.
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Ma il check up si è trasformato in tragedia, quando il medico ha informato Briscoe, collegato in video a distanza, che Marissa era stata vittima di un aborto spontaneo: “Vedere la sua faccia e non poter essere lì a consolarla è stato durissimo”, ha confessato il giovane corridore. “Volevo andare da lei, ma non potevo. Allora ho cercato di farmi vedere forte e di tenerla su di morale. Per fortuna la mia famiglia era in città e, quando lei è entrata in casa e i miei genitori l’hanno abbracciata, a quel punto sono crollato emotivamente: sapevo che finalmente c’era qualcuno lì con lei”.
La corsa, prevista per la sera stessa, è stata rimandata per l’arrivo della tempesta Arthur: a quel punto Briscoe è potuto tornare a casa, prima di riprendere la via della pista al giovedì, per non venir meno ai suoi compiti professionali. Dopo un ulteriore rinvio di qualche ora, sempre a causa del maltempo, è scattato finalmente il semaforo verde, che ha visto Chase regolarmente al via sulla sua Ford numero 98. E tutto il turbine di emozioni vissuto nei giorni precedenti si è trasformato in una straordinaria forza d’animo in pista: lo statunitense è sempre rimasto nel gruppo di testa, si è portato al comando proprio negli ultimi giri e ha respinto in extremis persino un tentativo di sorpasso da parte del veterano e campione in carica della Nascar, Kyle Busch, riuscendo a tagliare per primo il traguardo.
Sceso dalla macchina, non ha nascosto le sue lacrime ai microfoni dei giornalisti: “Ho vissuto tutta la gara, in particolare gli ultimi cinquanta giri, in un totale caos emotivo”, ha raccontato. “La pioggia di martedì è stata una benedizione, perché mi ha permesso di trascorrere un paio di giorni a casa. Nelle ultime otto o nove tornate è stato Dio a guidare: ero emotivamente a pezzi, non riesco nemmeno a ricordarmi cosa sia successo”, prosegue Chase. “Sapevo che Marissa mi stava guardando in tv, nonostante tutto quello che le è successo. Per me è stata dura, ma non è stato nulla rispetto a quello che ha vissuto lei. Ho cercato solo di fare tutto il possibile per essere al fianco di mia moglie. Non sono bravo a mostrare le mie emozioni, perciò questo è stato il mio modo di dare il massimo per lei”.
Per Briscoe si è trattato del secondo successo nella categoria Xfinity, la serie B della Nascar, che per giunta lo ha portato in testa alla classifica generale. Ma, oggi, non si può proprio dire che il risultato sportivo sia quello che conta di più.
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