Questo weekend si sarebbe dovuto correre il Gran Premio di Montecarlo di Formula 1: la mancata disputa costerà in tutto 90 milioni di euro
Nell’universo parallelo senza coronavirus, questo sarebbe stato il weekend del Gran Premio più atteso dell’intero Mondiale di Formula 1: quello di Montecarlo. Atteso forse non per lo spettacolo della gara, che spesso si trasforma in un lungo serpentone sulle strette e tortuose stradine della città, ma di sicuro per la storia, per il fascino, per il glamour dei suoi ospiti.
Quest’anno, invece, per la prima volta dal 1955, l’appuntamento non si terrà. Impossibile trovare un’altra collocazione, in un calendario già di per sé piuttosto ballerino, per chiudere per un intero weekend tutto il Principato. Il GP di Monaco, dunque, è stata una di quelle corse non rinviate, ma proprio cancellate.
Con notevoli ricadute, a partire da quelle sui piloti, che attendono ogni anno questa tappa più o quanto gli altri, anche perché molti abitano proprio da quelle parti: “Che dire? GP di Monaco, mancherai moltissimo alla F1, ma ci rivedremo nel 2021!”, ha commentato tra nostalgia e ottimismo Carlos Sainz. Più deluso Daniel Ricciardo: “Ho rivisto un onboard di Monaco e mi sono intristito. La cosa che fa più male è non sapere dove andremo a finire”.
Ma il colpo più duro dell’annullamento della gara monegasca è quella economica, che secondo uno studio pubblicato un paio d’anni fa dall’Istituto locale di statistica e di studi economici ammonta a 90 milioni di euro: più del Rally di Montecarlo, più del Masters 1000 di tennis, più dello Yacht Show, più del Festival del Circo. In quattro giorni i tifosi che accorrono spendono 68,3 milioni di euro (tra hotel, affitti, bar, ristoranti, biglietti, souvenir, shopping e trasporti); gli altri 21,7 milioni vengono spesi direttamente dall’Automobile Club de Monaco per comunicazione, marketing e rifacimento dell’asfalto.
In questo 2020, tutto cancellato. Montecarlo dovrà accontentarsi di sentir rombare un solo motore: quello della Ferrari SF90 ibrida guidata da Charles Leclerc, che da stamattina alle 7 girerà per quelle strette e tortuose stradine per il remake dello scandaloso quanto famoso cortometraggio del regista Claude Leluche intitolato “C’ètait un rendez-vous”, il cui originale risale al 1976.
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