Il Presidente della GPDA Alexander Wurz ha accusato la Ferrari di aver consumato psicologicamente Sebastian Vettel e di averlo costretto all’addio.
Che chi approda a Maranello ne esca sempre devastato è storia vecchia. Ormai sono innumerevoli i piloti o ancor di più i campioni che nel loro passaggio a Modena hanno perso il sorriso e pure i nervi saldi. L’ultimo della serie è ovviamente Seb. Il divorzio che arriverà a fine 2020 ha esattamente il sapore di un fallimento, di una sconfitta pesante sia che lo si guardi dalla prospettiva della scuderia italiana, che da anni non riesce a vincere, sia da quella del tedesco, incapace di dimostrare di essere molto di più di un quattro volte iridato per merito del missile Red Bull, ma soprattutto di trionfare con la Rossa, l’obiettivo principale per coloro che puntano ad essere ricordati.
Come ovvio, questo strappo tanto brutale e repentino tra le due parti, ha scatenato parecchie riflessioni nel paddock. In molti si sono chiesti cosa ci sia al Cavallino di così nocivo da distruggere qualunque driver vi arrivi. A tale domanda ha provato a dare una risposta l’ex corridore austriaco, oggi responsabile dell’associazione piloti.
“In Ferrari si ripete sempre la medesima scena”, ha affermato al vocast di Sky F1. “All’inizio è un profluvio di amore, team radio affettuosi ed emozioni, poi, e lo abbiamo visto anche con Alonso, si viene risucchiati da un sistema che porta all’esaurimento”.
“In quel team c’è più della passione per le corse. Si ha sulle spalle la pressione di una nazione”, ha aggiunto. “Come squadra pretende parecchio, per cui se fai arrivare i risultati ti sostiene, ma non appena mancano ti abbandonano, proteggendo il loro lavoro, la qualità e l’eredità. Si respira aria di frizione e non solo tra chi guida, pure tra la dirigenza. Difatti sono cambiati in più occasioni. Da quando si è dissolta la triade Schumacher-Brawn-Todt, la Ferrari è stata al di sotto delle attese”, ha chiosato Wurz portando all’attenzione un’assoluta verità.
Chiara Rainis