Giovedì scorso è ripartito il lavoro dei tecnici al quartier generale Ferrari di Maranello: ferve lo sviluppo sul motore e sull’aerodinamica della SF1000
Le serrande della Gestione sportiva si sono riaperte solo giovedì scorso, al termine dei due mesi di stop imposti dalla Federazione internazionale dell’automobile. E già in Ferrari è tornato a fervere il lavoro. La Rossa è spinta a 300 km/h: in attesa di farlo in pista, per ora quantomeno sulle scrivanie dei tecnici, in galleria del vento, ai banchi prova dei motori.
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Manca infatti meno di un mese e mezzo alla fatidica data del 5 luglio, in cui è fissato (al momento ufficiosamente) il Gran Premio d’Austria che dovrebbe inaugurare questo tormentato Mondiale 2020 di Formula 1. E per quel giorno la SF1000 dovrà presentarsi pronta sulla griglia di partenza, auspicabilmente avendo risolto alcuni dei problemi che ne avevano condizionato parecchio le prestazioni nei test invernali dell’ormai lontano febbraio.
Il conto alla rovescia, dunque, è partito, e per non farsi cogliere impreparati gli ingegneri a Maranello stanno facendo gli straordinari, lavorando 24 ore su 24, su tre turni. I più impegnati sono senza dubbio i motoristi, che da regolamento hanno potuto riaprire i battenti otto giorni prima dei loro colleghi.
Dunque è già avviata la validazione della seconda evoluzione del propulsore, che rispetto a quello sceso in pista nelle prove a Barcellona dovrebbe garantire quasi venti cavalli in più: preziosissimi, su un circuito come quello austriaco del Red Bull Ring, che notoriamente, per via delle sue caratteristiche, mette alla frusta le power unit.
Quanto all’aerodinamica, in ordine di priorità, gli sviluppi si concentrano innanzitutto sulla parte bassa della monoposto: l’ala di manta sotto al musetto, i deflettori e il bordo d’ingresso del fondo, quasi completamente ridisegnato. Questi sono i retroscena tecnici svelati dalla Gazzetta dello Sport di oggi. Con un progetto meno conservativo e più ambizioso, gli uomini della Ferrari confidano di migliorare l’efficienza della vettura, e di ovviare ai difetti emersi nel pre-campionato, come la micro-torsione della scatola del cambio che sarebbe stata all’origine di quel sottosterzo a centro curva lamentato da Charles Leclerc.
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