Il futuro di Valentino Rossi è sospeso tra le sue personali incertezze e la trattativa con il team Petronas, che si è arenata sullo staff del Dottore
I colpi di scena, i ribaltamenti di fronte, i sorpassi e i controsorpassi sono degni di un Gran Premio vero e proprio. Di uno di quei duelli al fulmicotone, decisi soltanto sotto la bandiera a scacchi, ai quali Valentino Rossi ci ha ben abituato nell’arco della sua lunga carriera durata ormai praticamente un quarto di secolo.
Solo che stavolta i motori sono spenti, e l’avversario contro cui sta correndo il Dottore è il suo futuro. Da un lato c’è l’anagrafe che va forte quanto lui, e ha ormai toccato quota 41 anni: con tutte le incertezze del caso, sulla sua effettiva competitività nello scontro con colleghi che hanno la metà della sua età. Dall’altro la voglia di non appendere il casco al chiodo, la gioia di salire in sella ad una MotoGP e di fare quello che gli viene meglio e che ama di più, che sembra la stessa del primo giorno.
Gli interrogativi di Valentino Rossi
Il fenomeno di Tavullia, la fatidica decisione, avrebbe voluto prenderla proprio nel suo ambiente naturale, il circuito, valutando in concreto se le sue prestazioni gli avrebbero permesso di prolungare per almeno un altro anno la sua permanenza, senza costringerlo al deprimente scenario di limitarsi a fare numero. Ma questa prospettiva gli è stata impedita da un altro rivale implacabile, il coronavirus. Ed ecco che, dunque, Vale si ritrova a dover scegliere da solo, senza appigli, nella sua casa di Tavullia.
Leggi anche —> Valentino Rossi ci ripensa? Nuova frenata sul futuro del Dottore in MotoGP
Non è un compito facile, nemmeno per un nove volte iridato come lui. Infatti cambia idea molto spesso: alcuni giorni rilascia dichiarazioni che suonano granitiche, altre volte frena e fa emergere tutti i suoi dubbi. Nonostante tutto, però, le discussioni con la Petronas, l’unica squadra dove potrebbe accasarsi dopo che la strada nel team ufficiale Yamaha gli è stata sbarrata dal nuovo arrivato Fabio Quartararo, sono avviate.
Il braccio di ferro di Petronas sui tecnici
Solo che anche la trattativa con la scuderia satellite è tutt’altro che semplice. Il nodo non è l’ingaggio né la moto ufficiale (a cui provvederebbe la Casa madre di Iwata). No, il problema sono gli uomini, nel senso del fidato e inseparabile staff che Rossi si è portato dietro in tutte le sue avventure sportive, dalla Honda alla Yamaha alla Ducati, e dal quale non ha certamente intenzione di dividersi proprio ora, proprio alla fine.
Il team malese vorrebbe consentirgli di usufruire solo di due dei suoi tecnici, il nuovo capo David Munoz e il telemetrista Matteo Flamigni, mentre il numero 46 spinge per avere tutto il personale al gran completo. Anche questo punto, però, potrebbe essere facilmente sciolto, se Quartararo (come è probabile) decidesse di portare l’attuale struttura del suo box dalla Petronas alla Yamaha. A quel punto si potrebbe sostanzialmente fare uno scambio di ingegneri, e sarebbe pari e patta.
Sempre che Valentino Rossi si decida davvero. Perché alla fine la vera trattativa è quella con se stesso, con le sue incertezze, con il suo destino, con il calendario che non aspetta nessuno. Nemmeno un campionissimo come lui.