Secondo Mark Webber, ex compagno di squadra di Sebastian Vettel, la Ferrari ha “logorato” e fatto invecchiare prematuramente il pilota tedesco
L’operazione Sebastian Vettel alla Ferrari era iniziata sotto i migliori auspici: la scuderia e i tifosi avevano accolto il quattro volte campione del mondo come una sorta di erede spirituale del suo connazionale Michael Schumacher e avevano affidato nelle sue mani il duro compito di riportare il titolo iridato a Maranello.
A cinque anni di distanza, si può ritenere questa missione oggettivamente fallita. Ma di chi è, davvero, la responsabilità di questa debacle? Del tedesco, che ha buttato al vento la sua grande occasione per colpa dei troppi errori di guida commessi e di un eccesso di emotività nei momenti più delicati? Oppure della Rossa, che ha finito per bruciare e schiacciare sotto un eccesso di pressione il suo caposquadra designato?
Su questo punto c’è un addetto ai lavori che ha le idee chiare: è Mark Webber, ex pilota di Formula 1 e compagno di squadra di Vettel alla Red Bull tra il 2009 e il 2013. “Tutte le opportunità ora stanno dal lato di Leclerc: è il prossimo favorito alla Ferrari”, ha raccontato l’australiano ai microfoni del podcast At The Controls. “Sì, negli ultimi anni Sebastian ha fatto del suo meglio con ciò che aveva a disposizione, per far crescere la squadra e portarla all’altezza di vincere un campionato del mondo, ma non ci è riuscito. Forse sa qualcosa di più di noi rispetto alla macchina. Perciò penso che la sua fiducia sia stata molto scossa per la sua incapacità di penetrare la cultura italiana”.
Dietro al naufragio del sodalizio Vettel–Ferrari, a sentire Webber, ci sarebbe dunque l’impossibilità di conciliare la precisione teutonica del pilota con la creatività latina della squadra. “Questo è un fattore importante”, prosegue Mark. “C’è una specie di modo tedesco di fare le cose, quasi da robot, come sappiamo. Gli inglesi, gli australiani, i neozelandesi, i sudafricani sono più o meno a metà e poi dall’altro lato ci sono gli italiani. Penso che quel matrimonio lo abbia semplicemente logorato. Guardatelo ora: non dimostra più la sua età, gliel’ho detto diverse volte. Credo che ora non si svegli più alla mattina entusiasta di guidare una macchina rossa, e questo, da atleta, ovviamente rappresenta un problema”.
Ma che ne sarà, ora, di Sebastian Vettel dopo questa esperienza così provante e deludente? Webber si augura che il suo ex compagno non decida di appendere prematuramente il casco al chiodo, ma non ritiene nemmeno troppo realistica l’ipotesi che accetti un sedile a centro gruppo. “Non so dove possa andare a finire, davvero non lo so”, conclude. “Alla Renault non ce lo vedo proprio. Per la maggior parte della sua carriera ha lottato per il podio, a parte il primo anno alla Toro Rosso, quando comunque vinse un Gran Premio. Magari potrebbe prendersi un anno sabbatico nel 2021, per poi provare a rientrare. Lui è ancora troppo giovane per ritirarsi, ma siccome ha cominciato a correre prestissimo, il suo palmares è già molto nutrito. Non mi sorprenderei se decidesse di fermarsi, ma spero proprio che non lo faccia”.
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