Il tracciato del Mugello sembra essere il preferito dai piloti di F1. Liberty Media ascolterà le loro richieste almeno per il 2020?
In tempi non sospetti era stato Mark Webber a definire 10 giri sulla pista toscana molto più eccitanti di 1000 sotto le luci artificiali di Abu Dhabi. Da sempre pista ammirata dai driver di F1, il Mugello ha ora incassato un endorsement di tutto rispetto, quello di Daniel Ricciardo, che lo ha votato miglior meta alternativa qualora uno o più GP in programma in autunno non si potessero svolgere.
“Il collo dei piloti si spezzerà. Probabilmente farà caldo, ci saranno 40 gradi e nessuna testa rimarrà attaccata al collo perché il layout è davvero veloce”, il commento colorito dell’australiano della Renault riportato da La Gazzetta dello Sport.
La concorrenza del Portogallo
A seguito della cancellazione di Baku, di Singapore e del Giappone, Liberty Media ha cominciato a guardarsi in giro, e oltre alla struttura italiana, meta simbolo del motomondiale, si è fatta largo un’altra possibile sede di gara, ovvero Portimao. Addirittura sarebbero già state stabilite le date in cui dare vita al round portoghese, ovvero il 27 settembre e il 4 ottobre.
“Siamo in contatto con la FOM e stiamo negoziando in maniera concreta”, il commento di un portavoce del Circuit de Algarve a Motorsport.com. “Per il momento non c’è nulla di confermato, ma sappiamo che i team hanno dato la loro disponibilità a correre da noi”.
“Rappresentiamo un’opzione condivisa”, ha aggiunto fiducioso. “E’ questione di posizione, di pista e di attrezzature a disposizione che permettono di mantenere le distanze di sicurezza, ma altresì di alberghi, clima e impatto ridotto che il COVID-19 ha avuto sul nostro Paese”.
L’ultima volta che il Circus ha visto delle sue monoposto percorrere il layout lusinano era gennaio 2009 in occasione di una sessione di test collettivi con protagoniste Ferrari, Renault, McLaren, Toyota, Williams e Toro Rosso.
Per sapere se riuscirà a spuntarla l’Italia oppure il Portogallo dovremo attendere luglio inoltrato.
Chiara Rainis