In una lunga intervista alla tv brasiliana, Alex Zanardi parla della pandemia di coronavirus e dei miti Ayrton Senna e Michael Schumacher
Un’intervista a 360°, a cuore aperto. Con lo spessore non solo sportivo, ma soprattutto umano, che solo una figura come quella di Alex Zanardi può regalare ai suoi tifosi e agli appassionati di automobilismo. È quella che il 53enne campione bolognese, due volte titolato nella Cart statunitense e quattro volte oro paralimpico, ha regalato ai microfoni del programma televisivo brasiliano Bola da Vez.
Zanardi inizia leggendo l’attuale situazione della pandemia di coronavirus, con il suo consueto sguardo positivo e ottimistico sulla realtà: “Peggio di ciò che sta accadendo ora può esserci solo un futuro in cui dimostreremo di non aver imparato nulla”, spiega. “Ho tanta fiducia nella scienza. C’è una grande collaborazione per cercare una soluzione e l’uomo la troverà. Ora se vado in giardino l’aria è più respirabile. C’é più tempo per interrogarsi, per preparare il futuro con le persone che fanno parte della nostra vita. Noto che il sentimento delle persone è cambiato. È importante lavorare tutti insieme, in comunità”.
Ma una grande parte di questa intervista è dedicata, naturalmente, al suo primo amore, l’automobilismo. Mai abbandonato, nemmeno dopo che nel 2001 un incidente in monoposto gli costò le gambe. Alex racconta episodi, aneddoti, retroscena, grandi incontri della sua straordinaria carriera. E, siccome ad intervistarlo sono i giornalisti brasiliani, inevitabile che si parli del mito Ayrton Senna.
“Ayrton è stato un grande modello per me”, afferma. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Quando esordì in Formula 1 sulla Toleman nel 1984 dissi ai miei compagni di scuola: ‘Vedrete che questo ragazzo farà delle cose incredibili’. Mi diedero del matto, sottolineando che le cose incredibili all’epoca le facevano Mansell, Prost e Lauda. Ma dopo lo show sotto l’acqua a Montecarlo, quei compagni tornarono da me per dirmi che avevo ragione”.
Zanardi rivela anche il momento in cui ebbe l’occasione di conoscere personalmente il fuoriclasse paulista: “Quando venni chiamato a guidare la Jordan al posto di Michael Schumacher, Ayrton venne a presentarsi: ‘Sono Ayrton’. ‘Lo so, lo so’, risposi. E diventai tutto rosso. Lui voleva sinceramente aiutarmi. Mi disse: ‘Siamo tutti esseri umani, nessuno è magico. La Jordan è un’ottima macchina, vedrai che te la caverai’. Già sapevo che era un grande campione, in quel momento capii che era anche un grande uomo quando si toglieva il casco. Per me fu una persona molto particolare. Vorrei chiamarlo amico, ma non ebbi l’opportunità di frequentarlo per sviluppare un’amicizia”.
Infine Alex rivolge un pensiero a Michael Schumacher: “La vita a volte riserva un destino beffardo, ti appare maledetta e bastarda, ma devi amarla lo stesso. La sua vita sembra essere finita: dico sembra perché non possiamo dire che sia davvero finita, magari dentro di sé può avere una forma di vita. Se potessi aiutarlo lo farei volentieri”.
Leggi anche —> Michael Schumacher, spunta una nuova verità sull’operazione
Il boss della Mercedes, Toto Wolff, aveva sentito un pilota esperto prima di scegliere di…
Il circus della F1 si è spostata a Las Vegas per la terzultima tappa del…
Jorge Martin avrebbe meritato di transitare nel team factory della Casa di Borgo Panigale, ma…
Lewis Hamilton è ormai pronto per sbarcare in Ferrari, ma a partire dal 2025 dovrà…
Il mondiale di F1 sbarca a Las Vegas e scoppiano subito le polemiche. La Red…
In top class ci sarà uno stravolgimento naturale dopo la caduta dal trono di Bagnaia.…