La Mercedes ha confermato l’addio di Andy Cowell dal ruolo di responsabile tecnico dei motori di Formula 1. Per la sua successione scelti quattro uomini
La notizia anticipata ieri ha ricevuto la conferma ufficiale in giornata da parte della stessa Mercedes: Andy Cowell lascerà già all’inizio del mese prossimo il suo ruolo di amministratore e responsabile tecnico della divisione motoristica in Formula 1. Dopo sedici anni, l’artefice dei V6 ibridi che hanno dominato il massimo campionato automobilistico nelle ultime sei stagioni abbandonerà dunque la sede di Brixworth e la Freccia d’argento in generale.
Ma non per andare alla Ferrari, che pure lo corteggia già dall’ormai lontano 2014, quando a dargli la prima stretta di mano fu l’allora team principal Stefano Domenicali. Cowell non seguirà dunque il percorso inverso di Lorenzo Sassi, ex motorista della Rossa poi emigrato alla squadra anglo-tedesca. Al contrario, il suo futuro sembra ancora legato al gruppo Daimler: “Mi consulterò con la Mercedes su un importante progetto futuro almeno fino all’inizio del prossimo anno”, spiega lui stesso.
Della decisione di lasciare il suo ruolo, Cowell aveva informato la squadra già nel gennaio scorso: “Ho deciso che fosse il momento giusto per cambiare lavoro e cercare una nuova sfida ingegneristica e di business”, prosegue. E, insieme al team principal Toto Wolff e a Markus Schäfer (il dirigente del gruppo Daimler che ha raccolto l’eredità di presidente del team dopo la scomparsa di Niki Lauda), ha preparato per tempo la sua successione.
Per sostituire il solo Cowell ci vorranno ben quattro persone, tutte promosse tra i suoi collaboratori più stretti: il nuovo ad sarà Hywel Thomas, che condividerà la responsabilità dei propulsori con Adam Allsopp, Richard Stevens e Ronald Ballhaus: “Ho fiducia nelle loro capacità di portare avanti l’azienda”, confida l’ingegnere inglese.
Ma la mancanza di un uomo così chiave per la Mercedes rischia di farsi sentire: “La leadership di Andy è stata un fattore fondamentale che ci ha permesso di vincere i titoli iridati negli ultimi anni”, ammette Wolff. “Ha dato un contributo straordinario alle nostre attività sportive”. Dunque, è lecito chiedersi: i futuri motori dei campioni del mondo saranno tanto competitivi quanto lo sono stati gli scorsi?
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