Come Schumacher anche Zanardi si trova tra la vita e la morte per un incidente al di fuori del mondo delle corse, ma tra i due casi c’è una differenza.
Un po’ è l’augurio che tutti si fanno e in parte è il parere del dottore che lo ha operato d’urgenza quando venerdì scorso è arrivato in condizioni critiche all’ospedale Le Scotte di Siena. Il futuro di Alex Zanardi dovrebbe essere più roseo di quello di Michael Schumacher, in una sorta di limbo da quel traumatico 29 dicembre 2013.
E se il tedesco ha vissuto la svolta in negativo in una tranquilla giornata di vacanza con la famiglia sulle nevi di Meribel, il pilota bolognese ha incrociato la cattiva sorte nel corso di una pacifica manifestazione benefica per aiutare lo sport paralimpico. In entrambi i casi, dunque, ben lontani dalla velocità, dal pericolo, dal limite.
“Il percorso comunque non sarà breve”, ha affermato a La Gazzetta dello Sport il responsabile del reparto di neurochirurgia Giuseppe Oliveri, anticipando che il periodo di recupero sarà piuttosto lungo e complesso. “Rispetto a quanto accaduto a Schumi, qui i danni assonali (ndr. quelli che portano allo stato vegetativo) sembrerebbero scongiurati”.
In ogni caso lo stato in cui si è presentato al nosocomio il 53enne ha destato subito preoccupazioni. “Aveva quello che in gergo medico si chiama fracasso facciale, ovvero tutte le ossa del viso rotte”, le parole del sanitario.
Nelle scorse ore si è ipotizzato un danneggiamento alla vista del campione di Champ Car, ma per avere informazioni più chiare e precise si dovrà attendere il risveglio dal coma farmacologico che dovrebbe avvenire tra una settimana circa. “Il cervello è un organo mobile all’interno di una scatola rigida. Un trauma di questo tipo può danneggiare anche aree distanti dal luogo d’impatto”, ha concluso il primario.
Il crash che ha visto coinvolto Zanardi e un camion che procedeva in direzione opposta si è verificato venerdì 19 giugno sulla statale 146 in località Pienza.
Chiara Rainis