Non si placano le discussioni sulla frode avvenuta nel corso di una gara virtuale di Formula E. Per qualcuno c’era un piano dietro.
Quanto accaduto durante l’ePrix di Berlino virtuale potrebbe essere stato orchestrato da Audi, o meglio la Casa dei quattro cerchi potrebbe aver sfruttato l’occasione per liberarsi di un pilota scomodo. Figlio dell’ex proprietario del team che nel 2014/2015 si chiamava Abt Schaeffler, Daniel Abt si sarebbe assicurato la permanenza in squadra soltanto per merito del proprio cognome.
Ecco perché al primo grave errore come l’essersi fatto sostituire in gran segreto da un sim racer professionista in occasione della Race at Home Challenge di Formula E a Tempelhof, il brand tedesco avrebbe colto la palla al balzo per liberarsi del raccomandato di turno e piazzare al suo posto, un pilota della sua scuola come René Rast.
Convinto di questa tesi si è professato Timo Glock, ex F1, ma soprattutto attivo nel DTM con il sostituito del 27enne.
“La loro reazione mi è sembrata chiara. Non avevano voglia di continuare a lavorare con lui e hanno colto l’opportunità per sbatterlo fuori. Almeno così la vedo io”, ha dichiarato a Motorsport.com non senza oculatezza per le ragioni di cui abbiamo parlato. Tra l’altro va sottolineato che il driver di Kempten era già da tempo nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità nel Fan Boost, ovvero quello strumento che tramite i voti dei tifosi consente alle monoposto di FE di godere di maggiore potenza.
Per colui che fece perdere il mondiale a Massa nel 2008, o lo regalò ad Hamilton, è assurdo che tutto il noto pandemio sia nato in occasione di una corsa virtuale priva di qualunque similarità con ciò che si trova in pista.
“Basta guardare a tutti gli incidenti che avvengono e all’assenza di conseguenze. Si tratta solo di divertimento”, ha concluso. In effetti subito dopo la squalifica e il licenziamento di Abt diversi colleghi erano intervenuti in suo sostegno evidenziando come questi round online non avessero niente a che vedere con le competizioni vere e proprie.
Chiara Rainis
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