L’incidente occorso a Zanardi venerdì scorso ha provocato la reazione dell’intero mondo sportivo e non solo.E qualcuno ancora ringrazia l’asso bolognese.
Il terribile crash del 19 giugno che ha visto coinvolti Alex Zanardi e un apparente incolpevole camionista ha suscitato l’emozione dello sport e di tutti coloro che in qualche modo hanno conosciuto le imprese e il carattere del campione paralimpico.
Tra i più colpiti dal secondo terribile incontro col destino del 53enne, che ancora sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, Alex Tagliani, ovvero il co-protagonista del primo evento sconvolgente per l’ex Williams F1, nel 2001 quando la sua monoposto venne tranciata a metà da quella del canadese nel corso di una gara di IndyCar sul tracciato del Lausitzring.
“Spero che ancora una volta riesca a tirarsi fuori dalle sofferenze. Per me è un uomo speciale, mi ha insegnato molto. Mi ha aiutato tantissimo a superare il peso di quell’evento con il suo modo di pensare”, ha dichiarato a Il Corriere della Sera il 46enne, rivelando quanto difficile sia stato convivere con la consapevolezza di essere stato la causa scatenante di un sinistro che ha privato un uomo, prima ancora di un atleta, delle gambe.
Il driver di origini italiane ha quindi voluto ripercorrere le difficoltà attraversate 19 anni fa. “Mi guardavo allo specchio o vedevo un film, e ci pensavo. Davanti alla tv non sapevo più neanche quale canale avevo messo. Cenavo e quelle immagini non se ne andavano mai. Qualsiasi cosa facessi, dopo cinque minuti, il pensiero tornava. Una sensazione terribile. Volevo smettere di correre”, il suo racconto che mostra come il senso di colpa sia ancora vivo in lui.
Dell’incidente in handbike di Zanardi Tagliani è stato informato da sua zia che vive nel nostro Paese. Una notizia, questa, che non ha fatto altro che aggiungere sale su una ferita mai davvero guarita.
Chiara Rainis