Andrea Dovizioso racconta la caduta durante la gara di motocross in cui si è fratturato la spalla sinistra e la successiva impaurita corsa in ospedale
“Non stavo neanche tirando, non volevo rischiare anche perché il passo dei primi era nettamente più veloce del mio”. È stato il classico fulmine a ciel sereno l’infortunio di cui Andrea Dovizioso è stato vittima mentre stava partecipando come ospite d’onore alla gara inaugurale del campionato regionale motocross Emilia Romagna, sul circuito di Monte Coralli, a Faenza.
Il risultato, in fondo, non contava: quella era una giornata in cui il forlivese avrebbe dovuto dare sfogo alla sua passione per lo sterrato e prepararsi all’imminente via della stagione di MotoGP. Eppure non se la stava cavando per niente male: nella prima manche della categoria Mx2, scattato undicesimo, era risalito fino al terzo posto e poi si era assestato al sesto.
Almeno fino al quinto giro, quando verso metà tracciato, tra una salita ed uno scollinamento, affrontando una curva a sinistra è finito per terra: “Sono atterrato da un salto e il posteriore mi è andato via sul lucido della terra, prima che il davanti si impuntasse”, spiega ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Ho fatto un highside e sono atterrato sulla spalla. Il primo pensiero è stato che si fosse rotta la scapola, poi ho iniziato a sentire male davanti, all’attacco della clavicola. È rotta, è rotta. Ho anche battuto la testa e per i primi secondi vedevo tutto sfocato”.
Accompagnato dal fisioterapista Fabrizio Borra e dalla fidanzata Alessandra Rossi, è subito partito verso l’ospedale Morgagni di Forlì. Lì la radiografia ha confermato la frattura sternale, fortunatamente composta, alla clavicola della spalla sinistra. Immediato il trasferimento a Modena, dove è stato operato già in serata dal professor Giuseppe Porcellini, per stabilizzare la situazione e accelerare il recupero. Con l’applicazione di una placca, Dovizioso potrà riprendere già tra un paio di giorni ad allenarsi e salire regolarmente in sella al primo Gran Premio stagionale del 19 luglio a Jerez. La paura di aver compromesso il campionato, dunque, è rapidamente svanita.
Con il senno di poi, semmai, ci si chiede se valesse davvero la pena di dedicarsi ad una disciplina così rischiosa come il motocross, nella quale già si infortunarono pesantemente parecchi colleghi in passato, proprio a poche settimane dalla ripresa dei Gran Premi. Ma la Ducati, che gli aveva concesso l’autorizzazione, non si pente. “Andrea si allena quasi tutti i giorni con il cross, non aveva senso vietargli di correre”, spiega il direttore sportivo Paolo Ciabatti. “Non è caduto per un contatto con altri piloti, ma da solo. Sfortuna, ma sarebbe potuto accadere anche in altre occasioni”.
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