Maverick Vinales è ben concentrato in vista del Mondiale 2020 ormai alle porte. L’obiettivo primario è essere il più veloce del team Yamaha.
Il Campionato mondiale MotoGP è pronto per partire, offrendo 13 gare tutte di un sorso. Si comincia il 19 e il 26 luglio a Jerez, un doppio turno sul medesimo circuito. Una stagione in cui le squadre dovranno prendere in considerazione una nuova strategia d’azione.
Un nuovo modo di affrontare il Mondiale che Maverick Vinales ha già interiorizzato, ha spiegato in un’intervista esclusiva con Cycle World. “Gli errori non sono ammessi, dato il programma ristretto. Sarà una dura lotta e l’equilibrio sarà la chiave. Da un lato dobbiamo stare attenti nelle prove libere e non dare il 100%, per evitare il rischio di infortuni. Ma in gara dovremo attaccare dal primo GP”.
Per attaccare in ogni gara come il pilota Yamaha spera di fare, deve rischiare di più per ottenere il miglior posto sulla griglia di partenza. “Con meno gare, non ci sarà tempo da perdere, quindi probabilmente dovremo rischiare di più dal primo round. Ogni anno diventiamo sempre più forti come squadra. Quest’anno abbiamo l’opportunità di lottare per le posizioni che contano ogni domenica”.
Pilota di punta in Yamaha
Nei primi test del 2020 è stato possibile vedere che Yamaha ha dominato le sessioni di allenamento, il risultato di un lavoro congiunto tra la squadra e i piloti. “La moto è competitiva e ha molto potenziale, ma abbiamo ancora un po’ di lavoro da fare in termini di telaio e configurazione. Nel frattempo in Giappone hanno lavorato duramente su elettronica, specialmente in uscita di curva”.
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Maverick Vinales si pone l’obiettivo di diventare il pilota di riferimento del box Yamaha. “È molto importante per me essere la prima Yamaha al traguardo. Sono fiducioso ma calmo. Mi sento preparato ma anche consapevole del fatto che non esiste un pilota numero uno in Yamaha; contano solo i risultati. Ogni anno facciamo un passo avanti e ora mi sento ancora più forte. Stavo cercando stabilità e l’ho trovato. In passato ho cambiato squadra abbastanza spesso e questo non mi ha dato la sensazione di stabilità o di avere la mia squadra dietro di me. È stato importante per me rafforzare questa sensazione di squadra in modo che potessi sentirmi pienamente supportato”.