Ferrari: in Austria arranca, ma è brava ad approfittare delle chance

Nella prima gara della stagione 2020 di F1 la Ferrari raccoglie più del previsto grazie a Leclerc, ma la macchina continua a mancare.

Charles Leclerc (©Getty Images)

Lo avevano dichiarato loro stessi alla vigilia del primo weekend austriaco di questo mondiale reso anomalo dall’emergenza sanitaria da Coronavirus. Alla luce dello scarso potenziale della SF1000 l’unico modo per ottenere un buon piazzamento sarebbe stato farsi trovare pronti in caso di sfortune altrui. E alla fine la Ferrari è stata di parola. Malgrado una qualifica da mani nei capelli, in corsa è stata intelligente abbastanza da camuffare le proprie pecche velocistiche con un approccio costante e soprattutto misurato, volto a non stressare oltre il dovuto la macchina, come invece hanno fatto diversi concorrenti, finendo poi ko a bordo pista o al box.

Il resto, ovvero ciò che ha consentito al Cavallino di salire sul secondo gradino del podio, lo ha compiuto Charles Leclerc con due sorpassi di livello negli ultimi dieci giri ai danni della McLaren di Lando Norris, prima, e della Racing Point di Sergio Perez, successivamente, il tutto condito da un 1’07″901, che vale più come prova d’orgoglio che competitività della monoposto.

Nella giornata nera della Red Bull, con due cedimenti piuttosto rilevanti e preoccupanti, non è invece riuscito nel suo intento di far pentire il boss Mattia Binotto della scelta di licenziarlo a fine campionato in corso, Sebastian Vettel. Il tedesco, ha replicato esattamente lo stesso genere di errori del 2019, facendosi prendere dalla foga di recuperare. Così, per tentare di risalire dalll’11esima piazza di partenza, per un testacoda seguito ad un contatto con la McLaren del futuro ferrarista Carlos Sainz, si è trovato a dover ricominciare da capo salvo non andare oltre la posizione 10, che comunque ha garantito a sé stesso e alla squadra un punticino.

Andando ad analizzare il quadro generale, la Rossa può certamente archiviare l’avvio di mondiale guardando al bicchiere mezzo pieno. In fin dei conti ci si attendeva il disastro, mentre un po’ per fortuna, un po’ per merito almeno la top 3 è arrivata.

Chiara Rainis

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