La Fia ha richiamato Sebastian Vettel per aver incontrato i vertici Red Bull, Horner e Marko, nel paddock, violando i protocolli anti coronavirus
Sebastian Vettel e la Red Bull non hanno rispettato le regole. Stavolta non in pista, ma fuori. Il pilota tedesco della Ferrari è stato infatti beccato a chiacchierare nel paddock con i vertici della sua ex squadra, Christian Horner ed Helmut Marko, senza indossare le mascherine.
Le fotografie e i video del colloquio, avvenuto nel dehor dell’hospitality dei Bibitari, sono diventate virali sui social network al sabato mattina e hanno subito sollevato polemiche. La violazione non riguarda solo la mancanza dei dispositivi di protezione individuale, ma anche il fatto che i protocolli anti coronavirus prevedono che ogni squadra sia separata in una sua “bolla” e dunque non possa entrare in contatto con gli avversari.
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— Team Sebastian Vettel #5 (@Seb_VettelFan) July 4, 2020
Una lettera della Fia bacchetta Vettel e la Red Bull
Il comportamento di Vettel e della Red Bull non rientrava dunque nel codice di condotta della Formula 1, che è stato sottoscritto da tutti gli addetti ai lavori che partecipano al Gran Premio d’Austria, e che fa parte del regolamento sportivo. Tuttavia per questo genere di violazioni non sono previste sanzioni sportive né multe: l’unica reazione da parte della Fia è stato l’invio di una lettera di reprimenda firmata dal delegato per il Covid-19.
“Nessun individuo è costretto ad accettare di rispettare il codice Covid-19 e nessuno sarà sanzionato dalla Fia per non averlo fatto”, si legge nella missiva. “Ma chiunque non lo farà non potrà accedere o partecipare agli eventi”. Come a dire che, se un pilota o il dirigente di una squadra dovesse ricascarci, potrebbe anche essere del tutto estromesso dai GP. Vettel è avvertito.
Finora, del resto, il protocollo sembra aver funzionato bene, visto che tra gli oltre quattromila tamponi già eseguiti sulle duemila persone presenti al Red Bull Ring nessuno è risultato positivo.