Gli addetti ai lavori della Formula 1 scommette che a pagare il prezzo della crisi Ferrari sarà il team principal Mattia Binotto, avviato verso la cacciata
Non è certamente bastato il secondo posto di Charles Leclerc, frutto della guida solida del monegasco ma soprattutto delle circostanze fortunose, a mascherare un inizio di stagione che per la Ferrari è stato letteralmente disastroso, sul piano tecnico e delle prestazioni. Così, già dopo il Gran Premio inaugurale in Austria e alla vigilia della rivincita che avverrà solo tra una settimana sulla stessa pista del Red Bull Ring, al tribunale di Maranello è già partita la caccia al colpevole. O al capro espiatorio.
Ed è inevitabile che le maggiori responsabilità vengano individuate proprio nel leader della Scuderia, il team principal Mattia Binotto. Per il quale non pochi addetti ai lavori ipotizzano un’imminente sollevazione dal suo ruolo apicale. “Ci sarebbe molto da dire sull’idea di mettere un personaggio nuovo al vertice”, ha dichiarato l’ex pilota di Formula 1 Nick Heidfeld ai microfoni di Sky Germania. “Le cose non vanno per il verso giusto ormai da anni”.
Gli fa eco Ralf Schumacher: “Nel calcio a questo punto parleremmo di esonero dell’allenatore”. Le ragioni per intraprendere una mossa così grave ci sarebbero tutte: “Le lotte interne, il problema del motore, e ora il sorpasso da parte di team come McLaren e Racing Point”. Non è in discussione la competenza dell’ingegnere italo-svizzero. Semmai la correttezza della decisione di affidargli una posizione di responsabilità al tempo stesso manageriale e tecnica, che potrebbe averlo sovraccaricato di impegni. “Quel carico di lavoro non può essere svolto da una sola persona”, prosegue Schumacher. “Deve esserci un gruppo. All’epoca di Michael c’erano tre leader, e ora alla Mercedes direi che ce ne sono cinque”.
La chiosa arriva da un altro ex pilota, JJ Lehto, e suona come una sentenza: “Ora inizierà a muoversi la politica”, ha sostenuto ai microfoni del quotidiano finlandese Iltalehti, “e molto presto arriveranno dei cambiamenti a livello manageriale”. Mattia Binotto, preparati.
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