Dopo la guerra verbale con Mattia Binotto, tra Sebastian Vettel e la Ferrari è rottura totale. E l’ipotesi del divorzio anticipato non è così impossibile
Ebbene sì: il divorzio di Sebastian Vettel dalla Ferrari si potrebbe consumare ben prima della fine di questa stagione. La voce, sempre più insistente in queste ore, giunge da più parti, da fonti spagnole e inglesi.
Certo, una svolta del genere non la si potrebbe definire altro che clamorosa. Per trovare un pilota della Rossa appiedato a stagione in corso bisogna ritornare indietro di ben trent’anni. Era il 1991: anche allora nell’occhio del ciclone c’era un altro quattro volte iridato, Alain Prost, a cui fu dato il benservito dopo aver definito la sua monoposto un “camion”.
Parole forti, indubbiamente, che autorizzano un licenziamento per giusta causa. Ma non è che quelle di Vettel siano state da meno. Non avendo (per sua scelta) alcuna pagina ufficiale sui social network, il tedesco ha atteso che si riaccendessero su di lui le telecamere e i microfoni per il Gran Premio inaugurale del 2020, in Austria, per dire la sua.
Ma, da allora, non ha più smesso di togliersi sassolini dalle scarpe. Prima ha smascherato l’ipocrisia della “decisione consensuale” sul mancato rinnovo del suo contratto, costringendo il team principal Mattia Binotto ad ammettere che si è trattato invece di una scelta unilaterale. Poi ha negato l’ipotesi che non si fosse trovato un accordo economico, ribadendo che da Maranello non gli è mai nemmeno arrivata un’offerta.
La rottura totale, però, è giunta con la corsa al Red Bull Ring. Vettel ci ha messo del suo, commettendo l’ennesimo pasticcio: un testacoda mentre attaccava (ironia della sorte) proprio il suo futuro rimpiazzo, Carlos Sainz. Ma il duello più duro è quello che è avvenuto dentro al box nel dopogara, con Seb che attribuiva le colpe dello sbaglio alla vettura inguidabile (non vi ricorda il “camion” di Prost?) e Binotto che, pur con la sua elvetica signorilità, le rimpallava al pilota: “Ha sicuramente commesso un errore”.
Insomma, la tensione è alle stelle, anche peggio di quanto ci si potesse aspettare prima dell’avvio del campionato. Tanto che il primo a dare al teutonico il consiglio spassionato di lasciare la Ferrari il prima possibile è stato uno che lo conosce bene, il suo ex compagno di squadra Mark Webber: “Il matrimonio si è concluso, la chimica non c’è più, Seb ormai è solo”, ha dichiarato a Servus Tv. “Prima finisce questa situazione, meglio sarà per tutti”.
Dunque si torna sempre lì, a questo possibile, eventuale, ma non più così pazzesco divorzio anticipato. Certo, per realizzarlo nella pratica bisognerebbe mettere a posto alcune clausole non da poco: per un ingaggio da 40 milioni all’anno è inevitabile che siano previste penali altrettanto ricche. Ma se c’è l’interesse di entrambe le parti in causa, stracciarlo potrebbe essere fattibile. Stavolta sì, davvero consensualmente.
Su ciò che accadrebbe dopo si possono fare solamente ipotesi, quelle sì, di fantamercato. Probabile che il posto di seconda guida al Cavallino rampante, in attesa dell’arrivo di Sainz, venga assegnato all’attuale pilota di riserva, Antonio Giovinazzi. Che lascerebbe libero il suo sedile alla Alfa Romeo per un’altra riserva, Robert Kubica. I più attenti vedono come un segnale il fatto che il Biscione abbia deciso di far scendere il polacco in pista nelle prossime prove libere del GP della Stiria: forse proprio per farlo scaldare in vista di un suo subentro.
E Vettel? Si prenderebbe quel (mezzo) anno sabbatico che lui stesso ha ventilato ieri come possibilità. E poi chissà che cosa gli riserverà il futuro. Magari proprio quel grande ritorno alla Red Bull di cui ora si ricomincia a parlare. Sembrava impossibile. Come un divorzio anticipato dalla Ferrari, giusto?
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