Il primo GP dell’Austria ha prodotto diversi ritiri e ora la Mercedes si definisce fortunata. Sarà tutta tattica o paura reale?
Il round inaugurale del mondiale 2020 si è concluso con appena 11 vetture al traguardo. Lo stress patito dai mezzi meccanici a causa del caldo e del lungo stop, ha senz’altro influenzato l’esito di una gara che ha finalmente visto un podio inedito, sebbene, per la verità, se Hamilton non fosse stato penalizzato a causa del contatto con la Red Bull di Albon, ancora una volta avremmo vissuto un arrivo in parata delle due Frecce d’Argento.
Ebbene, malgrado tale consapevolezza, il boss Mercedes Toto Wolff ha parlato di sorte amica, perché il rischio che pure la W11 cedesse era alto ed ecco il motivo per cui durante i 71 giri in programma al Red Bull Ring è stato un continuo di messaggi criptici e di raccomandazione di cautela sia a Lewis, sia al vincitore Valtteri Bottas.
“L’affidabilità è un aspetto che ci preoccupa e su cui dobbiamo lavorare molto. In un campionato così breve conta ogni punto in classifica”, ha affermato in allarme il dirigente austriaco, non nuovo a certi proclami ansiogeni. “Lo scorso weekend ci siamo resi conto che le componenti della scatola del cambio potevano crearci problemi per via dei cordoli aggressivi del tracciato di Spielberg, di conseguenza in fabbrica si sono attività per produrre parti nuove per la seconda manche”.
Chi ha tempo non aspetti tempo, è dunque la filosofia adottata da Stoccarda, decisamente più scattante di quella tipicamente attendista della rivale Ferrari.
In effetti, alla luce del ko di Stroll sulla Racing Point equipaggiata di diversi pezzi tedeschi, qualche punto interrogativo è giustificato, ma veramente possiamo credere all’agitazione di uno dei manager più arguti del paddock, noto per la sua tecnica da basso profilo per allontanare la pressione dai suoi ragazzi? Lo scopriremo a breve, già da questo venerdì.
Chiara Rainis