Le qualifiche di Stiria hanno confermato che la Ferrari soffre sia su asciutto, sia su bagnato malgrado gli aggiornamenti.
La speranza è l’ultima morire e a Maranello si stanno aggrappando soltanto a quella. Sebbene sia presto per dare giudizi definitivi sembra chiaro ormai che il progetto SF1000 è nato sbagliato.
Mai competitiva durante la sei giorni di test invernali al Montmelo, la Ferrari, si è rivelata altrettanto invisibile con entrambi i suoi piloti durante il primo weekend austriaco della scorsa settimana, salvo salvarsi in gara, forse più per fortuna che per merito, con Leclerc.
Ieri, poi, in occasione delle prove libere del secondo round di Stiria, è arrivata una nuova mazzata, probabilmente più amara della precedente, visto che la monoposto montava alcune evoluzioni, mentre questo sabato non è neppure riuscita ad approfittare del meteo avverso, che di solito appiana le differenze tecniche e i deficit, e ha fatto un ulteriore passo del gambero.
Ciò che lascia basiti, oltre alla seconda eliminazione consecutiva di una delle vetture prima della lotta finale per la pole, è il distacco dalla Mercedes salito sui due secondi. Un dato allarmante che fa pensare che difficilmente la Rossa potrà correggere in corso d’opera gli errori commessi in fabbrica, incalzata da una concorrenza sempre più agguerrita formata non solo dalle Frecce d’Argento e dalla Red Bull, ma pure da Racing Point, McLaren e Renault.
A rendere ancor più complesso il compito del Cavallino a Zwelteg, anche una penalizzazione arrivata in serata ai danni di Charles. Se Sebastian Vettel prenderà in via dalla piazza 10, il 22enne sarà costretto a partire 14esimo anziché 11esimo per aver ostacolato volontariamente l’Alpha Tauri di Daniil Kvyat nel suo giro veloce. Charles è stato altresì al centro di un’altra indagine per non essersi fermato in regime di bandiera rossa.
Insomma, tra polemiche, sbagli, infrazioni e auto malandata, il mondiale 2020 della scuderia modenese si preannuncia tutto in salita.
Chiara Rainis
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