Il protocollo Dorna prevede rigidi restrizioni da rispettare, ancor prima di mettere piede all’interno del paddock. Ecco qualche anticipazione.
Domenica mattina il circuito di Jerez de la Frontera ha aperto le sue porte per iniziare l’assemblaggio del paddock della MotoGP. I controlli sono stati severi per tutti gli addetti ai lavori e continueranno ad esserlo nel corso della settimana. Il Covid-19 sarà il nemico comune di tutti e per batterlo serve rigidità e collaborazione, oltre che rispetto dei rigidi protocolli. Tutti hanno effettuato un tampone prima della partenza e il risultato è stato inviato tramite una apposita App, ancora prima di presentarsi ai cancelli di entrata.
I membri di Dorna, IRTA, FIM o dei servizi medici hanno lavorato per tutta la settimana a Jerez de la Frontera, teatro della prima tappa stagionale della MotoGP, per garantire la conformità con il protocollo di sicurezza che è stato stabilito già da qualche mese. “Abbiamo scaricato un’applicazione sul cellulare con tutti i nostri dati, incluso un test del COVID-19. Quando arriviamo al circuito dobbiamo mostrare il pass, prendono la nostra temperatura e mostriamo un codice QR dell’app. Se e quando la scansione diventa verde, entriamo. Se diventa rosso, non possiamo”, spiega uno dei lavoratori autorizzati del paddock a Motorsport.com.
Quirón Salud avrà il compito di trasportare tutto il materiale medico all’interno del paddock, dove sono stati in grado di creare un ufficio all’interno del circuito per aiutare chiunque ne abbia bisogno con l’installazione di nuove applicazioni e i dati necessari per accedere al circuito, tra cui test sierologici eseguiti negli ultimi cinque giorni. Oltre a questo protocollo di sicurezza, le mascherine di protezione FFP2 saranno obbligatorie in tutto il paddock nonostante le alte temperature: 40° all’ombra!