James Allison, oggi alla Mercedes ma ex direttore tecnico in Ferrari, spiega che il problema numero uno di Maranello è l’eccessiva pressione esterna
Perché la Ferrari è a secco di campionati del mondo da ormai oltre dieci anni e fatica così tanto a ritrovare la via della vittoria? Un parere autorevole lo ha espresso James Allison, oggi direttore tecnico della Mercedes, ma con ben due trascorsi a Maranello: il primo durante l’era Schumacher e il secondo al vertice del reparto ingegneristico dal 2013 al 2016.
Il problema numero uno della Rossa identificato da Allison è la pressione della grande eredità del marchio, sostenuto da un intero Paese, dalla quale tutti i membri della Scuderia fanno grande fatica ad estraniarsi. “Lavorare in Ferrari è per molti versi una gioia purissima”, ha dichiarato a margine del Gran Premio d’Ungheria. “L’Italia è così a favore del team, il marchio è così forte, la storia e la tradizione sono così grandi che ti senti parte di qualcosa di importante e questo è un vero punto di forza per il gruppo”.
Questo vantaggio, però, come detto, può trasformarsi anche nel più grande svantaggio: “Questo è probabilmente anche il peso più grande da portare, perché insieme a quell’affetto e a quella gioia che tutta la nazione condivide in caso di successo, viene anche una grande pressione quando le cose vanno male”, prosegue l’ingegnere inglese. “E quella pressione esterna, da parte della stampa, è molto più intensa che in qualunque altra scuderia di F1. Si riflette all’interno su tutti coloro che sentono il dovere di essere all’altezza delle grandi prestazioni che il team ha mostrato in passato, e si esprime in modo più potente per via di uno stile di leadership gerarchica che alla Ferrari è probabilmente molto più esagerato che in altri team”.
La conseguenza è che si sente il dovere di vincere subito e per questo a Maranello si prendono spesso delle scelte tecniche e gestionali dal respiro più limitato, a volte persino contraddittorie tra di loro. “Ciò tende a portare la squadra a prendere decisioni a breve termine che la possono condurre fuori strada, invece di costruire fondamenta forti da mantenere anno dopo anno”, prosegue Allison. “Perciò è un misto di questi alti e bassi che hanno, alla loro radice, a stessa origine: il grande desiderio all’interno del team e all’esterno di vedere il marchio Ferrari lottare al vertice”.
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