Dopo la batosta dell’Ungheria il boss Ferrari Binotto chiede un cambio di direzione al team. Ma se fosse lui la causa delle difficoltà?
Il pesce puzza dalla testa, dice un vecchio proverbio. E le teste che puzzano alla Ferrari sono parecchie. Checché se ne dica, la scomparsa improvvisa del Presidente Sergio Marchionne avvenuta il 25 luglio 2018, ha pesato come un macigno sul rendimento della squadra. Perché sì, pur essendo il manager italo-canadese estraneo al mondo delle competizioni, lo era sempre di più della premiata ditta formata da John Elkann e Loius Camilleri, che molto probabilmente prima di assumere il ruolo dirigenziale del marchio, neppure avevano mai visto un GP.
I punti di riferimento nella vita sono importanti e la F1 non fa eccezione. Senza una guida sicura e competente nella Casa madre è difficile che le varie ramificazioni possano funzionare. Basta guardare alla concorrenza. Il grande capo Mercedes Ola Kallenius, oggi 51enne, è entrato alla Daimler , poco più che ventenne. Il che significa che tutta la sua carriera manageriale l’ha vissuta all’interno di un costruttore di automobili. Non ci è arrivato per caso, o da un ambiente completamente differente, e infatti i risultati della Stella lo dimostrano, sia sul marcato, sia nel Circus dove può contare altresì su un personaggio di vertice completo e con fiuto come Toto Wolff.
Alla Rossa invece regna costantemente la confusione, con continui ritocchi alle posizioni, licenziamenti, spostamenti e promozioni che ogni volta non fanno altro che riportarla alla casella di partenza. Se all’inizio la mossa di dare i pieni poteri all’ingegnere Mattia Binotto poteva sembrare vincente, adesso sappiamo che forse è stata esattamente l’opposto. Affidare ad un tecnico il complesso ed intricato lavoro gestionale della squadra più importante della massima serie potrebbe essere stata l’origine di un cortocircuito da cui ora a Maranello non sanno più come riprendersi.
Dal canto suo il 50enne, ovviamente, fa lo gnorri ed imputa ad altri il tracollo subito dal Cavallino dall’inverno del Montmelo al GP di Budapest dello scorso weekend. “L’attuale dinamica interna è inaccettabile”, ha dichiarato a Sky Italia. “Tutti dovrebbero avere il coraggio di cambiare metodo se necessario”. A questo punto ci chiediamo noi, e se fosse proprio lui il tassello da far saltare o comunque ridimensionare?
Chiara Rainis
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