Due ingegneri saranno fatti fuori dalla Ferrari nei prossimi giorni: il boss aerodinamico David Sanchez e quello del progetto veicolo Enrico Cardile
“Servirà un’analisi chiara da parte di ciascuno e il coraggio di cambiare rotta, se necessario: la dinamica attuale non è accettabile. Non ci sono altre ricette per rimediare a questa situazione”. Si conclude così, con poche, secche e dure parole, l’analisi del team principal Mattia Binotto della disfatta più bruciante della sua Ferrari.
Nella domenica che avrebbe dovuto segnare il riscatto della Rossa, grazie all’arrivo di nuovi sviluppi tecnici e al circuito più adatto alla SF1000, si è toccato un nuovo punto più basso: sia Sebastian Vettel che Charles Leclerc sono stati doppiati. E allora bisogna “cambiare rotta”, per dirla con Binotto. Il che significa, innanzitutto, cambiare uomini.
Pronti a saltare i primi ingegneri
Non è un’epurazione, ma l’inevitabile frutto dell’umiliazione dell’inizio di stagione 2020. Già in questi giorni dovrebbero saltare le prime teste ai piani alti di Maranello: stando a quanto scrive oggi la Gazzetta dello Sport, sono a rischio il capo aerodinamico David Sanchez e quello del progetto veicolo, Enrico Cardile.
Ma è inevitabile che le responsabilità del flop risalgano su su lungo la linea gerarchica della Ferrari. E che, dunque, il primo a finire sotto esame sia proprio lui, Mattia Binotto, che rischia di essere il prossimo cacciato illustre. La retromarcia, se serve, andrà fatta in fretta, non tanto per riprendere per i capelli un campionato 2020 che pare ormai compromesso, quanto per evitare che gli errori di oggi si ripercuotano a cascata anche sulle prossime stagioni.
Un vecchio volpone della Formula 1 come Ralf Schumacher, infatti, sostiene che la crisi del Cavallino rampante sia in realtà iniziata anni fa: “Il loro più grande errore negli anni recenti fu il licenziamento di Stefano Domenicali nel 2014″, ha affermato ai microfoni di Sky Germania. Dopo di lui, alla tolda della Scuderia, si avvicendarono Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e, appunto, Binotto, sempre con gli stessi esiti deludenti. Forse è proprio giunto il momento di cambiare di nuovo.
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