Il figlio Niccolò parla delle condizioni di Alex Zanardi: “Il percorso è lunghissimo, ma il suo recupero è stato più veloce di quanto ci aspettassimo”
“Papà sta bene, grazie. Insomma, un pochino meglio”. Il figlio Niccolò è il primo familiare di Alex Zanardi a concedere un’intervista, ai microfoni del Corriere della Sera, dopo il tremendo incidente di cui è stato vittima suo padre, poco più di un mese fa.
E la prima, inevitabile domanda che gli porgono i colleghi giornalisti è quella sulle condizioni dell’ex pilota di Formula 1, da ieri ricoverati nel centro di neuroriabilitazione Villa Beretta, nel lecchese: “I medici ci hanno spiegato nei dettagli tutto il percorso che dovrà seguire”, risponde. “Ci danno molte notizie e per fortuna positive. Ma la migliore è che oggi siamo già qui, per la riabilitazione, ed è passato soltanto un mese, un mese esatto dall’incidente”.
Inizia il percorso di recupero di Alex Zanardi
Non si può ancora parlare di ripresa completa: per quella bisognerà aspettare ancora molto a lungo, ma quantomeno Zanardi non è più a rischio e, soprattutto, è cosciente. “Non è più in pericolo di vita, ed è già molto, ma ha davanti a sé un percorso ancora lunghissimo, e lo sappiamo, siamo preparati”, prosegue Niccolò. “Siamo anche contenti perché il suo recupero è stato molto più veloce di quanto ci aspettassimo. Ma non bisognerebbe sorprendersi: questo è papà. È incredibile l’energia di quell’uomo, ha una forza straordinaria”.
La forza del campione paralimpico è naturalmente fuori discussione, l’ha dimostrata in moltissime occasioni nel corso della sua vita. Ma, in particolare in questa, lo ha certamente aiutato e rinfrancato la vicinanza del figlio e della moglie Daniela, che non lo hanno abbandonato per un attimo anche mentre si trovava in terapia intensiva al policlinico Santa Maria alle Scotte, nel senese.
L’affetto della famiglia
“Noi gli stiamo sempre accanto”, conferma Niccolò. “Anche a Siena, del resto, siamo sempre stati lì con lui. Non ho mai perso uno solo dei miei turni al suo fianco in ospedale. Con la mamma abbiamo fatto tutti i giorni la spola, trecento chilometri al giorno tra andata e ritorno. Gli parliamo, certo. Ora che non è più sedato si può. Interagire è un’altra cosa. Ma adesso ci sono segnali incoraggianti”.
Altre notizie, per ora, non si possono dare: “A differenza di mia madre, io vorrei dirvi di più sulle sue condizioni”, conclude. “Vorrei rispondere alle domande di tutte le persone che gli vogliono bene e che ci scrivono per avere sue notizie. Ma davvero neanche noi sappiamo come andrà”.
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