Il calendario 2020 della F1 è tutt’altro che definito. Con la Spagna che rischia di uscire per una nuova impennata di casi da Covid, l’Italia gongola.
Per un lungo periodo sembrava che la stessa Monza dovesse sparire dagli appuntamenti fissi del Circus , ma il campionato a cui stiamo assistendo, stravolto come tutto, dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, potrebbe regalarci ben tre round nel Bel Paese.
Se nella giornata di martedì il direttore di gara Michael Masi è stato in visita al Mugello dove il prossimo 13 settembre si terrà il GP di Toscana, omaggio alle 1000 partenza della Ferrari, questo mercoledì, lo stesso, si è recato all’Enzo e Dino Ferrari di Imola, dove in teoria si dovrebbe correre l’1 novembre.
Una grande opportunità dunque per l’Italia che avrebbe la chance di mostrare su una piattaforma globale e molto seguita come quella della F1 tre dei suoi impianti più importanti nella speranza magari di poter raddoppiare la visita della massima serie quando il mondiale tornerà ad essere quello ordinario.
Negli ultimi anni il tracciato protagonista del tragico incidente che portò alla morte di Ayrton Senna è stato al centro di diverse discussioni, in quanto secondo molti non sarebbe in possesso delle caratteristiche strutturali ideali e adatte ad un evento di portata internazionale, inoltre sarebbe ancora eccessivamente pericoloso. Una cosa è certa, comunque, gli organizzatori e i responsabili dell’impianto sarebbero già al lavoro per rendere tutti i reparti dell’autodromo conformi alle richieste della FIA, uno su tutti il nuovo centro medico collocato alla Rivazza, attualmente in via di ultimazione.
Formula Imola e il presidente Uberto Selvatico Estense starebbero spingendo e non poco perché quella che per il momento è una proposta si concretizzi. Non va tuttavia dimenticata l’incognita clima. L’autunno italiano non è di sicuro quello dei Paesi Arabi e le gomme potrebbero diventare un problema importante da risolvere.
Chiara Rainis