Marquez non è il primo e non sarà l’ultimo: i recuperi più pazzi di sempre

Marc Marquez domenica dovrebbe essere in pista. Non è la prima volta però che un pilota ha provato un recupero da pazzi dopo un infortunio.

Marc Marquez, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo (Getty Images)
Marc Marquez, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo (Getty Images)

Marc Marquez domenica dovrebbe essere miracolosamente in pista dopo il terribile incidente di qualche giorno fa durante il primo Gran Premio della stagione. In un primo momento si era pensato ad un infortunio ancora più grave, ma dopo che si è capito che nell’incidente lo spagnolo non aveva riportato alcun danno al nervo radiale allora si è cominciato a pensare ad un possibile ritorno a Brno.

Il rider della Honda però ha voluto forzare i tempi e con una placca nel braccio fratturato dovrebbe essere già in pista questo weekend per provare a portare a casa punti utili per il Mondiale. L’impresa di Marquez però non è di certo la prima che abbiamo visto nel motorsport e non sarà l’ultima.

Nel 1975 ad esempio Barry Sheene dopo aver riportato diverse fratture in seguito allo scoppio di un pneumatico a Daytona tornò in pista 49 giorni dopo vincendo alla fine di quell’anno il Mondiale in 500. Nel 1992, invece, fu la volta di Doohan, che dopo il terribile incidente nelle qualifiche di Assen dove riportò la frattura della gamba destra, tornò in pista saltando appena 3 gare grazie alle cure del dottor Costa. Quell’anno però l’australiano dovette lasciare la corona iridata a Rainey.

Tanti miracoli in pista e fuori

Nel 1994 Schwantz riuscì a correre la gara ad Assen dopo essersi fratturato il polso il giorno precedente e chiuse al 5° posto. Nel 2000, invece, fu la volta di Loris Capirossi, che dopo essersi fratturato terzo e quarto metacarpo sempre in Olanda durante il warm-up riuscì comunque a prendere parte alla gara poche ore dopo arrivando addirittura sul podio. Sempre il rider italiano nel 2006 dopo un volo terribile durante il GP di Catalogna corse regolarmente il Gran Premio successivo seppur molto dolorante.

Qualche anno dopo, invece, nel 2007, Bayliss, in SBK, a Donington si maciullò il mignolo della mano sinistra, se lo fece amputare per evitare tempi troppo lunghi di guarigione e la gara successiva fece la pole. Tre anni dopo, invece, fu chiamato all’impresa Valentino Rossi, che dopo aver riportato al Mugello la frattura esposta di tibia a perone, dopo due interventi e 41 giorni di degenza tornò in gara chiudendo 4° in Germania dopo un intenso duello con Stoner.

Durante le prove libere del GP di Catalogna 2011, invece, è Colin Edwards a cadere e riportare la rottura della clavicola destra. La gara successiva è già in pista e chiude terzo. Diversa, invece, la storia per Casey Stoner che nel 2012 ad Indy dopo aver riportato diverse fratture forza e corre lo stesso chiudendo 4°. Quella forzatura però gli costerà poi tre GP di stop.

Nel 2013 invece il miracolo lo compie Jorge Lorenzo, che dopo un terribile incidente ad Assen dove si spezza la clavicola sinistra, torna in pista dopo appena 36 ore e arriva 5° in gara. Sempre nello stesso anno, invece, Marquez, al Mugello è protagonista di una terrificante caduta a 340 Km/h che gli poteva costare la vita. Il giorno successivo però corre regolarmente facendo segnare anche il giro veloce.

Nel 2015 inoltre Andrea Iannone chiuse 5° in Francia dopo essersi lussato la spalla solo 5 giorni prima. Nel 2017 infine Valentino Rossi dopo essersi fratturato tibia e perone durante una gara di motocross tornò in pista dopo appena una gara di stop chiudendo al 5° posto in Catalogna.

Antonio Russo

Marc Marquez (Getty Images)
Marc Marquez (Getty Images)
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