Valentino Rossi si complimenta con il suo rivale Marc Marquez per il recupero lampo dalla frattura: “Se riuscisse a correre sarebbe bello per tutti”
Persino il rivale di sempre Valentino Rossi è costretto a togliersi il cappello di fronte alla vera e propria impresa che sta maturando da parte di Marc Marquez: tornare in pista a soli cinque giorni di distanza dall’intervento chirurgico per ridurre la frattura all’omero destro.
Questo recupero rapidissimo e strabiliante si merita un applauso da parte del Dottore. “Quando succedono queste cose da fuori è difficile valutare”, commenta oggi il portacolori della Yamaha. “Sembrava un brutto infortunio, che lo avrebbe costretto a lungo lontano dalle gare gare, invece è qui dopo tre giorni e se dovesse riuscire a guidare sarà bello per tutti”.
Che coraggio, questi motociclisti!
Nemmeno il nove volte iridato, del resto, è nuovo a ritorni in sella miracolosi come questo: nel 2010 rientrò solo quaranta giorni dopo l’operazione per la frattura della tibia e del perone. Si può dire che l’audacia, dunque, è una dote che hanno in comune Marquez, Rossi e tutti i loro colleghi gladiatori delle due ruote.
“In passato tanti piloti hanno corso dopo essersi fatti male seriamente”, spiega Vale. “Purtroppo i piloti di moto sono abbastanza abituati agli infortuni e sono coraggiosi. Difficile fare un confronto e dire cos’avrei deciso io, ogni infortunio ha la sua storia”.
Valentino Rossi ancora alle prese con i suoi problemi
Dal box del Cabroncito, poi, il numero 46 riporta lo sguardo sul suo, dove ritrova invariati tutti i problemi tecnici che hanno caratterizzato il suo deludente inizio di stagione, solo una settimana fa. “Le nostre difficoltà sono più o meno sempre uguali”, ammette. “Dobbiamo lavorare con gli ingegneri, cercare di cambiare qualcosa e vedere cosa riusciremo a ottenere”.
Si prospetta dunque un altro Gran Premio in cui Valentino Rossi dovrà stringere i denti: “Fa tanto caldo, sarà un altro weekend terribile per le temperature perché non è il momento migliore per venire a correre a Jerez, ma è così. È molto strano correre due GP sulla stessa pista, ma è utile per noi per capire se, confrontando i dati, saremo più competitivi o meno”.
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