Sapendo di essere protetta dalla FIA, la Racing Point ha rivelato alcuni dettagli della sua opera di copia-incolla della vecchia W10.
I miracoli in F1 non esistono, o almeno non in quella attuale dotata di una tecnologia spinta all’estremo e che consente solo a chi dispone di grandi risorse di dire la sua. Di conseguenza anche l’eclatante salto in avanti della Racing Point non può essere imputato ad una genialata dei designer, bensì ad un’azione di mera furbizia, ormai conclamata visto l’endorsement incassato di recente da parte della Federazione.
Ad ammetterlo senza vergogna è stato il team principal della futura Aston Martin Otmar Szafnauer, il quale ha rivelato come il progetto originale del 2020, non solo non avrebbe portato a miglioramenti, ma addirittura avrebbe reso le monoposto 2″ più lente.
A quanto pare però le informazioni carpite dalla Mercedes e un lavoro più incisivo e mirato in galleria del vento avrebbero permesso alla scuderia con base a Silverstone di riprendersi alla grande.
“Abbiamo acquistato il cambio da Stoccarda, ma era stato creato per una vettura con un centro di gravità basso, quindi abbiamo dovuto trovare un compromesso con il posteriore, dove il downforce è essenziale per dare stabilità al retrotreno”, ha spiegato ad F1i.com. “Avevamo sempre pensato di abbandonare la vecchia soluzione e guardate dove siamo arrivati. In ogni caso i timori per il rischio corso c’erano”.
Insomma, per il boss della ex Force India la trasformazione dell’idea di base dell’auto non è stata del tutto indolore, ma, volendo fare gli avvocati del diavolo, ci chiediamo noi, la chiave di lettura giusta per capire su cosa intervenire, sarà stata davvero soltanto il frutto dell’intelligenza dei tecnici del team, oppure assieme ai disegni della W10 sono arrivati pure dei delegati dell’equipe tedesca a spiegare dove mettere le mani? Ovviamente non lo sapremo mai dato che la Federazione ha chiarito una volta per tutte di non avere alcun interesse ad indagare.
Chiara Rainis