Come consuetudine il boss Mercedes Wolff cerca di allontanare la pressione dalla squadra minimizzando il vantaggio sul resto del gruppo.
Sostenere che la Mercedes non ne abbia più degli altri è un vero e proprio sacrilegio. Basterebbe semplicemente guardare il passo gara mostrato da Lewis Hamilton domenica scorsa in Ungheria per capire che non c’è storia. Sicuramente le capacità dell’inglese influiscono nella prestazione, ma è innegabile che la W11 sia fuori dalla portata della concorrenza.
Di tutto ciò finge, come al solito, di non esserne convinto Toto Wolff, il quale ha ridicolizzato la superiorità della vettura partorita a Brackley.
“Siamo tutti lì”, ha affermato alla rivista RACER analizzando il responso della pista sulla base della classifica generale piloti. “Non credo che il resto del gruppo sia tanto distante. A Budapest le Red Bull hanno avuto qualche difficoltà, poi però in corsa sono andate bene”. In effetti malgrado l’incidente nel giro di schieramento, Verstappen è riuscito a tagliare il traguardo in seconda piazza. “Sembrava non potesse neppure partire ed invece i meccanici hanno fatto un ottimo lavoro”, ha aggiunto l’austriaco a proposito del miracolo avvenuto sulla piazzola di start dell’Hungaroring per dare l’opportunità al #33 di gareggiare.
Per il potente manager di Vienna la loro chiave del successo risiederebbe soltanto nell’intelligenza tattica, nel modo di investire e di indirizzare le risorse, nonché di far funzionare l’azienda nel suo globale. Ed è esattamente questo il punto in cui è carente la Ferrari. Troppa disgregazione all’interno della scuderia e probabilmente investimenti poco oculati le hanno fatto perdere la bussola facendola precipitare ancora più indietro.
La stabilità e l’unità, dunque, sarebbero gli ingredienti necessari per creare una schiacciasassi capace di mettere all’angolo qualunque avversario e per molto tempo. Benissimo. Ma il fatto che la Mercedes non abbia nulla sotto la carrozzeria in più delle altre monoposto, a questo ci crediamo poco.
Chiara Rainis