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Categories: Formula 1

Caso Red Bull-Honda. La FIA spiega le ragioni dell’aiutino

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Alessandro

Dopo il GP dell’Ungheria la FIA ha voluto spiegare perché ha concesso alla Honda e dunque alla Red Bull un permesso extra per lo sviluppo.

Red Bull (©Getty Images)

In occasione del round di Budapest di due weekend fa il boss della Ferrari Mattia Binotto aveva chiesto formalmente alla Federazione Internazionale una spiegazione sui motivi dell’ok concesso alla Honda di lavorare sulla power unit poi fornita a Red Bull ed Alpha Tauri durante il periodo di lockdown per l’emergenza sanitaria, e ora, a distanza di qualche giorno puntuale è arrivata la risposta dei vertici federali.

“Il Giappone ha avuto un’evoluzione completamente differente per quanto concerne il Coronavirus e le situazioni di blocco”, ha commentato il responsabile Nicolas Tombazis. “Quando abbiamo concordato le regole ad inizio di aprile non sapevamo se il Paese avrebbe avuto la solita chiusura estiva del mese di luglio, quindi abbiamo cercato di garantire un po’ di flessibilità. Come avremmo potuto andare dalle altre squadre e dirgli di non lavorare in estate per non creare problemi al produttore nipponico?”.

Evidentemente, alla Rossa ancora non va giù di essere diventata la terza potenza del lotto, superata pure dalla Casa che tanto fece disperare Fernando Alonso in epoca McLaren. In questo inizio stagione la scuderia del Cavallino ha dato conferma di aver sbagliato in toto il progetto SF1000, ma soprattutto di aver fatto un passo o due indietro sul fronte PU, ovvero proprio quell’elemento che nel 2019 l’aveva resa pari o superiore alla Mercedes.

Dunque, non stupisce come sin dall’appuntamento d’apertura in Austria, il responsabile della squadra modenese abbia fatto di tutto per gettare un’ombra sulla concorrenza, rea di aver furbeggiato e messo mano alla macchina quando invece il personale sarebbe dovuto restare sul divano.

A domanda risposta, quindi, ma ancora una volta a Maranello è arrivato un due picche. Neppure in questo caso potrà beneficiare di potenziali punizioni ai rivali.

Mattia Binotto con i suoi piloti Sebastian Vettel e Charles Leclerc (Foto Ferrari)

Chiara Rainis

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