Da “predestinato” a “salvatore della patria”. Leclerc è stato caricato di aspettative che potrebbe non riuscire a rispettare.
Considerato il valore attuale della Ferrari che guida, difficilmente Charles Leclerc quest’anno potrà fare grandi cose. E comunque, a dispetto degli elogi sperticati e delle glorificazioni ascoltati durante la stagione 2019, il monegasco, nelle tre gare finora disputate ha dimostrato di essere come tutti gli altri. Nessun miracolo da parte sua. Nessuna prestazione monstre. Senza una macchina competitiva, oggi, non si va da nessuna parte. Il che significa che versare fiumi di parole ricche di esaltazioni serve a poco o niente.
Ne è convinto Nick Heidfeld, protagonista sulla Sauber di epoca BMW nella prima metà degli anni 2000.
“In Italia lo hanno dipinto come colui che poteva riuscire dove gli altri hanno fallito, ovvero vincere il mondiale. Nei mesi prima del via del campionato era quasi considerato un Dio onnipotente”, ha dichiarato con cognizione di causa a Sky Deutschland.
Per il tedesco il #16 è stato una vera e propria delusione. “Su di lui sono stati proiettati obiettivi che non ha raggiunto. E adesso è chiaro che le attese nei suoi confronti erano totalmente irrealistiche”.
Per il 43enne il rischio è quello di aver bruciato un talento in erba, “pompandolo” a dismisura tramite i media che hanno prestato il fianco all’operazione.
“Il monegasco potrebbe passarsela davvero male”, ha proseguito nella riflessione. “Al momento non ha problemi ad ammettere i propri errori, ma con il tempo questo suo atteggiamento potrebbe rivelarsi controproducente. La stampa potrebbe cominciare a domandare come mai sia lì”.
Lo storico compagno-rivale di Kubica ha in seguito evidenziato come al Cavallino ci sia una pressione assente negli altri team, ma che la forza del Principino sta proprio nella sua capacità di far fronte ai riflettori puntati addosso. “Sinceramente sono curioso di capire come evolverà e quanto crescerà la sua curva”, ha infine chiosato.
Chiara Rainis