Razlan Razali, boss del team Petronas, ammette i suoi dubbi sull’ingaggio di Valentino Rossi per il 2021, sciolti con il podio di domenica a Jerez
“Vale è Vale”. E domenica, con il suo ritorno sul podio al Gran Premio dell’Andalusia, lo ha ricordato ancora una volta a tutto il mondo della MotoGP. Compreso a quello che sarà, dalla prossima stagione, il suo team, la squadra satellite Yamaha Petronas.
“Ad essere onesto, avevo i miei dubbi dopo la prima gara”, ha ammesso il boss della scuderia malese, Razlan Razali, ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Tutti continuavano a dirmi che il Dottore sarebbe tornato, e lo ha fatto. Mi ha colpito molto. C’è da togliersi il cappello, anche considerando le condizioni estreme in cui si è corso”.
Così, se ancora ci fosse qualche residua incertezza sulle sue capacità di andar forte anche a 41 anni suonati, Valentino Rossi l’ha sciolta a Jerez de la Frontera. Tanto che ora Razali dichiara convinto: “Non è una scelta obbligata, ma lui non è un pilota normale. C’è voluto tempo per averne la certezza, ma quello che ha fatto domenica ha reso più semplice spiegare agli azionisti perché abbiamo scelto Valentino Rossi“.
Prima di arrivare alla firma e all’ufficializzazione del contratto tra il nove volte iridato e la Petronas, bisogna mettere nero su bianco alcuni dettagli su come funzionerà questa partnership che ambisce al successo: “Non vogliamo che il nostro team sia famoso per Valentino”, spiega ancora Razali. “Vogliamo che chiunque corra con noi faccia risultato. Non vogliamo essere popolari perché c’è lui, ma contribuire a renderlo competitivo anche alla sua età. Dopo aver parlato con lui e il suo staff, stiamo capendo cosa gli serve”.
Ma Rossi è in buona compagnia. Anche l’attuale campioncino della Petronas, Fabio Quartararo, arrivò in squadra accompagnato dallo scetticismo del capo: “L’arrivo di Quartararo è stato una pura coincidenza, con Lorenzo e Pedrosa non più disponibili nel 2018 ci guardavamo intorno senza vere alternative”, prosegue Razali. “Ma al GP di Assen Stigefelt (il direttore del team, ndr) ha puntato il dito su di lui. ‘Quartararo chi? È italiano, spagnolo?’ chiesi. Quando ho detto sì, avevo comunque i miei dubbi. Ma dopo averlo visto all’opera in Qatar e Jerez ho subito pensato che avesse qualcosa di unico”.
Con due vittorie già in carniere, ottenute in altrettanti Gran Premi, e il favorito d’obbligo per il Mondiale MotoGP, Marc Marquez, costretto a quota zero, Quartararo è oggi un serio candidato al titolo: “Non vogliamo fare il passo più lungo della gamba, ne abbiamo parlato con Fabio. Tutti ora lo considerano il favorito, ma pensiamo a una gara alla volta. Marquez non c’è e dobbiamo capitalizzare, ma è un Mondiale, e se qualcuno lo svaluta solo per la sua assenza allora fermiamo tutto e stiamo a casa”.
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