Dopo tre gare la Mercedes ha già ucciso il campionato, ma il boss Wolff preferisce adottare il solito basso profilo. Sarà soltanto tattica?
La classifica generale suona già come una condanna per la concorrenza. Tra i piloti abbiamo Lewis Hamilton in fuga con 63 punti seguito a 58 dal compagno di squadra Valtteri Bottas, quindi il vuoto. Tra i costruttori la situazione non è certo migliore con le Frecce d’Argento a quota 121 e la prima rivale, ossia la Red Bull ferma a 55 lunghezze.
Raccontata con numeri e dati, la storia del mondiale 2020 di F1 oltre a sembrare già scritta, inviterebbe tutti a starsene a casa e a ripresentarsi l’anno prossimo, ma visto che non è possibile, la giostra deve continuare a girare. E ovviamente quale strategia migliore può esserci del cercare problemi dove non ci sono?
A questo proposito ha subito colto la palla al balzo Toto Wolff, il quale alla vigilia del GP di Silverstone si è proclamato preoccupato per la tenuta della W11 alla faccia delle statistiche che ci dicono come tra i due round austriaci e quello ungherese le uniche due auto sempre arrivate al traguardo sono state proprio le Mercedes.
“I primi tre appuntamenti della stagione hanno evidenziato un fattore cruciale: l’importanza dell’affidabilità, un aspetto particolarmente importante considerando il calendario ridotto”, ha affermato il furbo manager di Vienna, che si è appellato all’incertezza delle competizioni. “Il quadro generale potrebbe radicalmente cambiare nel caso si registrasse un ritiro, in quanto andrebbe ad azzerare il vantaggio costruito faticosamente”.
Spinta dalla vicinanza con le fabbriche di Brixworth e Brackley dove fabbrica i suoi bolidi in azione nel Circus, la scuderia tedesca, punta alla doppietta domenica prossima.
“Negli ultimi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati in Gran Bretagna, ma come disse Babe Ruth (ndr. noto giocatore di baseball): “I successi di ieri non fanno vincere la partita di oggi””, ha chiosato il 48enne.
Chiara Rainis