La prossima settimana la FIA si esprimerà sul caso Racing Point dopo la denuncia formale della Renault. La sensazione è che verrà assolta.
Terminerà tutto a tarallucci e vino come spesso abbiamo visto accadere in F1 negli ultimi anni. Questo perché il fatto non sussiste. Anche se la Renault porterà al cospetto della Federazione un faldone di documenti attestanti che la RP20 altro non è che la vecchia W10, la Racing Point la farà franca.
D’altronde erano stati lo stesso presidente Jean Todt e il responsabile sportivo di Liberty Media Ross Brawn a smontare la questione minimizzandola a mera prassi, a costume tipico del Circus quello di copia-incollare dettagli delle macchine altrui.
Perché la Racing Point è illegale?
Secondo la Casa della Losanga la vettura guidata da Lance Stroll e Sergio Perez (ndr. in Uk da Nico Hulkenberg per la positività al Covid di Checo) sarebbe in possesso di un elemento irregolare, ovvero il condotto dei freni, ripreso pari pari dalla Mercedes nonostante il divieto.
Dal canto suo la futuro Aston Martin sostiene di aver tutte le carte in regola per controbattere a dovere alle accuse lanciate dall’equipe anglo-francese, pur senza negare nulla.
“Abbiamo agito secondo il regolamento”, ha affermato il direttore tecnico Andrew Green a Motorsport.com. E a chi domandava se al momento dell’ispezione dei delegati federali al quartier generale di Silverstone si fosse sbrigati ad occultare la parte sotto i riflettori, l’ingegnere ha replicato: “Abbiamo consegnato tutto e loro hanno commentato che i condotti erano molto simili a quelli delle Frecce d’Argento. Così noi abbiamo spiegato la ragione, ossia che era perché avevamo comprato da loro quei pezzi nel 2019”.
Considerato che molto probabilmente la FIA non applicherà alcuna retroattività alla norma introdotta quest’anno, è quasi certo che la Renault, così come le colleghe dovranno accettare di avere a che fare con altri due missili argentei camuffati di rosa.
Chiara Rainis