Come in Austria, in Gran Bretagna la Ferrari è salita sul podio con Leclerc solo per sfortune altrui. E intanto Vettel sprofonda.
C’è poco da dire. Al termine del primo weekend di Silverstone la Rossa da sorridere non ha davvero nulla. Terza al traguardo con Charles Leclerc, per la seconda volta dopo il GP inaugurale di Spielberg la Ferrari si è trovata nella posizione di usufruire dei guai degli avversari per raccogliere punti pesanti.
Dovremmo meravigliarci? Non proprio, perché già dopo gli ingloriosi test invernali del Montmelo da Maranello annunciavano, pur rimanendo evasivi, che ci si sarebbe dovuti affidare alla sorte.
Va riconosciuto comunque, che il monegasco, consapevole di avere tra le mani una monoposto deludente, ha saputo compensare con l’arguzia, non mancando in nessuna delle due occasioni di farsi trovare pronto ad approfittare. Tutto ciò, al di là di aver prodotto una top 3 insperata, ha permesso alla scuderia del Cavallino di limitare i danni in termini di una classifica costruttori che oggi la vede 4° con 43 punti.
Ma se in un certo senso dalla parte del box del #16 ci si è potuti scambiare qualche sorriso, in quella di Sebastian Vettel si sono soltanto leccati le ferite. Protagonista di tre sessioni di prove libere decisamente travagliate e dense di intoppi tecnici ed imprevisti, il tedesco dalla decima piazzola ottenuta in qualifica non si è più mosso, anzi, per la verità è pure scivolato indietro e se non fosse stato per i ritiri di gli era davanti, la sua situazione sarebbe stata ancora più grave. L’unica nota positiva di giornata è la strenua battaglia all’ultimo giro con la Mercedes di Bottas, poi tenuta dietro.
Detto ciò a Maranello hanno poco da compiacersi. Il terzo posto meramente fortuito artigliato dal Principino nelle Midlands non dovrebbe tirare su il morale ad gruppo. Per un marchio come Ferrari dovrebbe essere un sacrilegio rassegnarsi a due stagioni da tira a campare ed approfittare.
Chiara Rainis