Il GP di Silverstone ha dimostrato che il 2020 sarà l’anno della Mercedes. Anche nell’imprevisto è riuscita a imporsi sulla concorrenza.
La fortuna aiuta gli audaci e di certo il primo round inglese della stagione ne è stata la prova. Dopo aver dominato senza possibilità di inserimento altrui per 51 giri, la Mercedes ha vissuto un momento da brivido. Prima a saltare è stata la gomma anteriore sinistra della W11 di Valtteri Bottas. Una tornata dopo, quando ormai mancavano pochissime tornate al traguardo, è stata la “scarpa” di Lewis Hamilton a cedere. Nello spazio di due giri, quella che sembrava essere l’ennesima doppietta facile si stava trasformando in un incubo.
Ed è qui che la sorte che solitamente sorride ai vincenti ha assistito nuovamente il #44. Mentre il finnico naufragava per il pit stop forzato finendo giusto alle spalle di Sebastian Vettel e della top 10 a riprova di essere soltanto un buon secondo, Ham riusciva a tagliare il traguardo su tre ruote.
Una scena storica e forse mai accaduta prima in F1 che ha messo in luce come in questo momento il sei volte iridato goda di una sorta di immunità all’insuccesso. Pure in mezzo ai problemi il suo appuntamento con la prima posizione non lo manca mai.
Spinto da un bolide senza eguali e dotato di un’innegabile capacità di guida, nonché di un’ottima visione di gara, caratteristica, quest’ultima, propria soltanto dei grandi campioni, il driver di Stevenage pare sempre più proiettato a superare e dettare qualsiasi record, a partire dalle 100 pole position che potrebbe toccare già in questo mondiale. E cosa dire poi dei 7 titoli di Schumacher? Se guardiamo all’esito dei quattro gran premi finora disputati ci viene facile pensare che a dicembre arriverà a pareggiare i conti col Kaiser della Ferrari, ma soprattutto, dopo una domenica come questa in cui il 35enne è stato sì colpito da un problema, però nell’attimo migliore, che ancora per un po’ continuerà ad essere amico degli dei dell’automobilismo.
Chiara Rainis