Si è spento a 86 anni Tino Brambilla: negli anni ’50 e ’60 fu pilota di motociclismo e automobilismo e “collaudatore” di Enzo Ferrari
L’Italia dei motori è in lutto per la scomparsa di Ernesto “Tino” Brambilla, che si è spento all’età di 86 anni nella sua casa di Monza. Fratello di quel Vittorio Brambilla che fu pilota di Formula 1 e vincitore del Gran Premio d’Austria 1975 con la sua March, e che insieme a lui aveva appreso i segreti del mestiere nell’officina del padre, Tino aveva cominciato la sua carriera agonistica negli anni ’50 nelle due ruote.
Fu pilota ufficiale della Mv Agusta, vinse in totale quattro campionati italiani e corse anche nel Motomondiale, salendo addirittura sul podio nel Gran Premio di Germania di classe 350, al suo esordio. Poi, nel 1963, il passaggio alle auto: prima la Formula Junior, poi la Formula 3 di cui fu campione italiano, infine la Formula 2.
Tino Brambilla e il suo rapporto con Ferrari
Qui si fece notare da Enzo Ferrari, che gli affidò la sua monoposto spinta dal motore due litri che portava il nome del figlio Dino, e che Brambilla riuscì a portare al terzo posto nel campionato europeo 1968, vincendo anche la gara di Roma in cui battè in volata Andrea De Adamich.
Avrebbe potuto anche lui esordire in Formula 1, nel Gran Premio d’Italia 1969, proprio nella “sua” Monza, grazie all’offerta di Enzo Ferrari che gli mise a disposizione una delle sue vetture. Ma Tino rispose “no grazie”, ufficialmente perché secondo lui la Rossa non era abbastanza competitiva. In realtà pare che, pochi giorni prima, fosse stato vittima di un incidente in moto, che non aveva però voluto raccontare al Drake.
Tra lui e il fondatore della Ferrari si stabilì un rapporto di grandissima fiducia, tanto che proprio il fratello maggiore dei Brambilla veniva spesso interpellato per scoprire i guai delle Sport Prototipi del Cavallino rampante. Una specie di collaudatore ufficioso di Maranello. Di sicuro un uomo che segnò un pezzo di storia del periodo più glorioso delle corse. Addio, Tino.