Charles Leclerc racconta i momenti più belli e più duri della sua carriera, in una lunga intervista ai microfoni di Walter Veltroni per la Gazzetta
Una lunga intervista a cuore aperto, quella che Charles Leclerc ha concesso oggi ai microfoni di Walter Veltroni per la Gazzetta dello Sport. In cui il ferrarista si confessa a 360°, raccontando i momenti più belli della sua carriera, come la vittoria del Gran Premio di Monza dello scorso anno. Ma anche quelli più brutti, come la morte di suo padre e del suo amico Jules Bianchi.
E anche, naturalmente, questa stagione 2020, appena iniziata ma già in grande salita per la sua Ferrari. “Le Mercedes sono ad un livello altissimo, si vede anche quest’anno, forse ancora di più quest’anno”, spiega il Piccolo principe. “L’anno scorso ce l’abbiamo fatta su due piste, credo che comunque c’era forse l’opportunità di vincerne un po’ di più. Io ho fatto anche qualche errore però ho imparato da questi errori. Quest’anno realisticamente sarà molto più difficile vincere qualche Gran Premio però proveremo in ogni modo e io darò tutto in pista”.
Un dominio, quello targato Mercedes, che deve molto anche al pilota Lewis Hamilton: “Credo che non possiamo togliere niente a Lewis. Lewis secondo me è uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1 e sta facendo un grandissimo lavoro. È sempre molto costante, sempre al cento per cento, mentalmente molto forte. Dunque non c’è niente da dire: la Mercedes, lui. La combinazione tra i due elementi fa sì che in questo momento sia veramente difficile competere con loro”.
Leclerc, dai problemi della Ferrari…
Ma qual è il problema principale che ostacola la Ferrari in questa stagione e le impedisce di lottare con la dominante Mercedes? “È difficile puntare su una sola cosa, è proprio un problema generale. Abbiamo visto che sotto la pioggia è difficile, ma sull’asciutto abbiamo fatto fatica un po’ più nel settore 1 in Austria dove ci sono più rettilinei. Dunque non è una cosa solamente perché sennò sul bagnato, quando la macchina va, andremmo molto meglio, invece non è stato così e dunque dobbiamo lavorare su di un pacchetto generale per fare uno step migliore”.
Resta il fatto che il monegasco non si pente di aver vestito la tuta rossa che sognava da bambino, anzi. Nonostante la crisi, è orgoglioso che la Ferrari abbia puntato su di lui per un futuro a lungo termine, blindandolo per ben cinque anni di contratto. “Un onore certamente”, lo definisce Leclerc. “E sicuramente anche una grande responsabilità perché comunque la Ferrari rimane la Ferrari. È stato un sogno arrivare fin qui. E sono consapevole che è il sogno di tanti, arrivare a Maranello. Dunque sento la responsabilità di portare in alto il nome della Ferrari. Questo momento non è facile in pista, c’è tanto lavoro da fare. Però è interessante avere un progetto comune così lungo. Consente di lavorare bene e di provare a costruire qualcosa di interessante, un nuovo ciclo. Sicuramente guidare una Ferrari è, insieme, un sogno che si realizza, una enorme responsabilità e un grandissimo onore”.
…a ciò che la rende speciale
Perché il Cavallino rampante è e rimane una squadra diversa dalle altre: “A renderla speciale è la passione soprattutto. Non solamente dentro il team ma fuori. È una cosa incredibile. Sono sicuro che nessun altro team in Formula 1 abbia una base di tifosi così grande e una passione diffusa così grande per la Ferrari. Quasi una febbre. Questo è quello che per me è molto speciale, unico, in Ferrari“.