Secondo l’ex manager della Benetton-Renault Briatore è chiaro cosa non sta permettendo alla Ferrari di vincere e non sono i piloti.
La domanda che tutti si stanno ponendo è come mai il Cavallino, nonostante le risorse e l’importante blasone costruito grazie al lavoro maniacale del Drake, manchi l’appuntamento con il mondiale dal 2007 per quanto riguarda quello piloti, e dal 2008 per il costruttori. Dal suo box sono passati i nomi più forti del mondo sia in termini di driver, sia di tecnici, eppure il successo gli è spesso sfuggito e in alcuni casi in maniera clamorosa ed inspiegabile.
E’ chiaro, dunque che a pesare sia l’atmosfera interna, resa asfittica e distruttiva dalla massiccia presenza della politica e probabilmente di alcune rivalità gruppetti nemici della sinergia, di quell’elemento che sta permettendo alla Mercedes di dominare.
E se di recente l’ex Supremo della F1 Bernie Ecclestone ha indicato Flavio Briatore quale ideale candidato al vertice della Rossa per ribaltare una situazione stagnate, lui, il manager di Verzuolo, ha affermato di aver compreso cosa non torna nel team.
“Ci sono persone che decidono di seguire sempre il percorso più complicato e la Ferrari ne è un esempio”, ha dichiarato al sito Betway. Per il proprietario del Twiga la stessa decisione improvvisa di rimuovere dal ruolo di direttore tecnico Mattia Binotto, dal 2019 anche responsabile della squadra, sarebbe stata anomala.
“Chiunque vorrebbe guidare per la scuderia di Maranello, ma quando si guarda al riscontro in pista ci sono problematiche si trascinano da tempo. Pur avendo schierato corridori di alto livello non hanno ottenuto un granché e questo per una semplice ragione: manca un leadership. Quando manca una guida non tutti remano dalla medesima parte, ma magari da quattro o cinque. La Rossa che stiamo vedendo ora, non è la vera Rossa”, ha concluso il suo ragionamento in 70enne. In effetti sebbene le cose non fossero esaltanti già alla sua epoca, da quando è mancato Sergio Marchionne, in zona modena sono andati ancora più indietro.
Chiara Rainis