La FIA ha deciso di tornare sui propri passi e forse per fare il gioco della Mercedes ha cambiato i piani per il prossimo GP.
In occasione del rientro dalle vacanze estive in Belgio la F1 avrebbe dovuto assistere alla sparizione del cosiddetto “quali mode”, una modalità capace di regalare qualche cavallo in più rispetto alla norma e permettere ai piloti di effettuare un tempo sul giro migliore al sabato pomeriggio, ed invece ad una settimana dall’approdo nella Ardenne la FIA ha fatto sapere che se ne riparlerà a Monza.
Ma cosa è successo?
In pratica due costruttori, nella fattispecie la Mercedes, sulla carta la più penalizzata dalla decisione, e la Honda avrebbero domandato formalmente di posticipare il divieto di qualche giorno, venendo poi accontentati, così da rivedere le mappature del propulsore e fare le necessarie prove al banco in modo da evitare danni una volta in pista.
Una richiesta, questa, quantomai anomala in quanto consentirà alle suddette realtà di occultare eventuali trucchetti e di chiudere la questione a tarallucci e vino nonostante entro il 21 agosto ci fosse l’obbligo per tutte le scuderie di consegnare gli schemi elettrici che connettono le due unità elettriche, la MGU-K e la MGU-H per cercare di capire come viene amministrata la potenza elettrica che sulla carta può raggiungere i 120 kW pari a 163 cavalli e la ricarica di 2Mj a tornata.
Come in tutti i recenti casi tecnici sicuramente pure questo infiammerà il paddock di Spa al momento del rientro alle attività giovedì prossimo. Inconsciamente, o probabilmente l’opposto, la Federazione si è comportata in maniera opinabile prestando il fianco a quanti credono che qualunque mossa al vertice sia telecomandata dalla politica e da accordi sottobanco. D’altronde nell’ultimo periodo i piani alti del Circus hanno dimostrato proprio questo. Nulla è stato fatto in un’ottica di maggior chiarezza ed equità.
Chiara Rainis