In Moto3 e Moto2 i giovani talenti italiani tornano a dominare. Per l’ex pilota, oggi team principal, Fausto Gresini, è il riscatto della nostra scuola
Sulle classi inferiori del Motomondiale svetta una bandiera: quella tricolore. In Moto3 i nostri giovani hanno vinto due Gran Premi dei primi sei (Foggia in Repubblica Ceca, Vietti in Stiria), in Moto2 addirittura quattro (Marini in Spagna, Bastianini in Andalusia e Repubblica Ceca, Bezzecchi in Stiria).
E attualmente, nella categoria di mezzo, ci sono ben tre azzurrini nei primi cinque posti della classifica generale di campionato: Luca Marini capolista, Enea Bastianini secondo e Marco Bezzecchi quinto. Niente male, come testimonianza dell’avvenuto rilancio della scuola italiana del motociclismo. Lo conferma anche Fausto Gresini: “C’è stato un periodo in cui gli spagnoli erano più forti di noi, adesso questa tendenza mi sembra un po’ cambiata. Una volta eravamo nettamente inferiori, oggi non più”.
L’ex pilota, oggi team principal, spiega così questa rinnovata forza della Giovane Italia: “Tanti team, tutti direi, hanno fatto un grande lavoro per portare alla ribalta i giovani”, commenta ai microfoni del Corriere dello Sport. “Prendete la VR46, ma anche noi come altri. Sicuramente è un lavoro fatto in maniera professionale, studiato per farli crescere, e ci siamo riusciti bene”.
I nomi da tenere d’occhio non mancano, a partire dalla Moto3: “Celestino Vietti, Arbolino, Foggia“, elenca Gresini. “Sicuramente questi possono fare molto. Poi magari non vinceranno il titolo. Per formare un pilota vincente in Moto3 ci vogliono tre, quattro anni. Se vinci prima è perché hai bruciato le tappe”.
Per non parlare della Moto2: “Ce ne sono almeno quattro o cinque, più o meno formati. Ma i risultati stanno parlando chiaro. Sono tutti bravi: Bezzecchi, Marini, Bastianini. Di Giannantonio, anche se non sta vincendo, può stare davanti. E poi Bulega, che è dei nostri e io magari lo do per scontato, ma non è così. Altri verranno fuori: Dalla Porta, per esempio”.
Tutti loro sognano, un giorno, di arrivare in MotoGP e vincere. Seguendo le orme del solito, grande maestro, Valentino Rossi: “Vale è anche molto veloce, è sempre un grande punto di riferimento per tutti. La VR46, il sistema che ha messo in piedi, è giusto: magari rigido, ma aiuta a far maturare i ragazzi. Valentino, sicuramente, dà ancora moltissimo a questo sport”.
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