Il GP d’Italia di questo weekend sancirà la fine di un’epoca gloriosa per la F1. L’annuncio commosso è avvenuto via social network.
Non è stata data loro neppure la possibilità di concludere la stagione. A partire dal Mugello, in calendario il prossimo fine settimana, la famiglia Williams, rappresentata negli ultimi campionati da Claire, promossa al vertice dello storico team fondato nel 1976 a Grove da suo padre Frank e dall’ingegnere Patrick Head, non ci sarà più.
La Darlinton Capital, società che vede a capo Matthew Savage e nuova proprietaria della scuderia, ha deciso di fare piazza pulita e di interrompere immediatamente la continuità con il passato. Una notizia, questa, non certo positiva, in quanto di fatto ha decretato la fine delle squadre private messe in piedi da semplici malati del motorsport con pochi soldi in tasca, ma con tanto desiderio di emergere e misurarsi con il grandi.
“Dopo aver assicurato il futuro all’equipe è giusto fare un passo indietro”, ha affermato la dirigente tradendo una forte emozione che fa intendere come in realtà siano stati invitati a lasciare.
A message from Claire, to our fans.#WeAreWilliams pic.twitter.com/6pKb7t2tkH
— Williams Racing (@WilliamsRacing) September 3, 2020
Da anni ormai ridotta in fondo allo schieramento anche per alcune decisioni sbagliate prese a livello di investimenti e organizzazione, non tanto da parte del patron, quanto dall’attuale vice manager, per questo finita spesso nel fuoco delle critiche, la Williams ha patito più di altri il lungo stop a causa dell’emergenza sanitaria e nel corso dell’estate è stata costretta a mettersi sul mercato. Alla luce di questa manovra, chi è cresciuto a pane e Circus non può non porsi una triste domanda. Cosa ne sarà di uno sport nato da forti passioni e ormai in mano soltanto a fondi finanziarsi e a personaggi, tipo Chase Carey e la sua Liberty Media, che nulla hanno a che spartire con le competizioni?
Chiara Rainis