Toto Wolff, team principal della Mercedes, vuole una Ferrari più forte di quella di oggi. E ricorda il suo rapporto con Marchionne e Arrivabene
“Non fa bene a nessuno una Ferrari così. Ho profondo rispetto per il suo passato e per chi ci lavora”. Parola di Toto Wolff. Perfino il team principal della principale avversaria della Rossa, infatti, non è contento nel vedere la squadra italiana invischiata nella crisi in cui è precipitata in questa stagione.
E quindi il boss della Mercedes spende parole di vicinanza ai tifosi e ai membri della squadra, ma sottolinea anche come la situazione del Cavallino rampante sia frutto di precisi errori commessi nella valutazione delle sue priorità. “Non voglio mettere ulteriore benzina sul fuoco”, afferma Wolff ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Non volevo criticare la Ferrari. Ma noi abbiamo sofferto per recuperare un vantaggio. E comunque abbiamo bisogno di una Ferrari forte”.
Oggi il suo rapporto con la Scuderia si limita ad un rispetto per la storia e alla voglia di battere una squadra più forte di quella di oggi. Ma in passato la sua relazione con il precedente team principal Maurizio Arrivabene e con l’allora presidente Sergio Marchionne era decisamente diverso.
“Il rapporto con Marchionne e Arrivabene era speciale”, ammette. “Marchionne mi voleva fuori dalla Mercedes, a gestire Liberty, per rendere il team meno forte. Con Maurizio è nata una certa amicizia. Ho imparato tanto da lui in fatto di marketing e design, ci sentiamo ancora. Certo ci sono stati momenti difficili, in particolare con Sergio prima che morisse ma l’ultimo messaggio che ho ricevuto da lui era: ‘Ci troveremo ancora’. Non l’ho mai cancellato. Con Mattia forse abbiamo un approccio differente, caratteri diversi”.
Toto non esclude nemmeno che il suo attuale capo motorista Andy Cowell possa passare alla Ferrari, che lo corteggia ormai da tempo: “È tra i più bravi manager di motori in circolazione. C’è interesse su di lui: valuterà la migliore opzione”.
Quanto a lui, la decisione che ha preso è quella di non lasciare la guida della sua squadra: “Ci ho pensato per un anno”, confessa Wolff. “Ma sono arrivato alla conclusione che il posto dove sono più contento è il cuore del team, il garage. Vedere i meccanici lavorare, essere un osservatore silenzioso, far parte dell’analisi degli ingegneri, che sono bravissimi. Al momento confermo che resterò”.
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